Skip to content

Calabria ed “emergenza 2011”: come distruggere una buona pratica

La protesta dei comuni di Riace e Acquaformosa contro la “mala-gestione” dell’“emergenza Nordafrica” 2011. Oggi un’assemblea generale a Riace. I sindaci dei due centri sono in sciopero della fame dal 18 luglio.

Le proteste a Riace per i ritardi nei finanziamenti (foto: Rete Comuni Solidali).

«In difesa dei progetti di accoglienza di Riace, Caulonia e Acquaformosa, chiamiamo tutti, cittadini, movimenti, cooperative, associazioni, istituzioni, sindacati, partiti e in tutte le forze politiche e sociali alla mobilitazione. Vi aspettiamo a Riace il 25 luglio per una grande assemblea generale. Aiutateci a mantenere viva l’alternativa ai Cara, ai respingimenti, alle galere etniche e alla “clandestinizzazione” dei fratelli e delle sorelle migranti, per un’accoglienza tra diversi, che sia umana e solidale. Ribadiamo che in assenza di risoluzione piena del problema continueremo il nostro sciopero della fame».

È giorno di mobilitazione oggi in Calabria. L’assemblea si è tenuta questa mattina. E l’appello era stato lanciato da Domenico Lucano, sindaco di Riace, da Giovanni Maiolo, operatore sociale e da Giovanni Manoccio sindaco di Acquaformosa, tutti e tre in sciopero della fame dal 18 luglio per protestare contro la (mala)gestione della cosiddetta “emergenza Nordafrica” 2011. In particolare i due sindaci e l’operatore denunciano da mesi la mancata erogazione dei fondi già stanziati, che mette in difficoltà insostenibile le loro piccole amministrazioni.

La loro  protesta è anche quella della società civile del territorio ed è sostenuta dalla Rete nazionale dei Comuni solidali. Che chiede a tutta l’Italia: «Può una mancata firma su un pezzo di carta ridurre alla fame decine e decine di migranti? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere dei minorenni a restare senza assistenza sanitaria? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere, in questa estate bollente, intere famiglie a vivere senza corrente elettrica, senza un frigorifero funzionante in cui conservare i cibi? Può una mancata firma su un pezzo di carta costringere decine di lavoratori a restare per sette mesi senza stipendio? Può una mancata firma danneggiare l’economia di interi paesi, costringendo molti piccoli commercianti a fare credito per non lasciare morire di fame degli esseri umani? È quello che sta accadendo a Caulonia e Riace, visto che la Protezione Civile da un anno non eroga i fondi stanziati per il progetto di accoglienza Emergenza Nord Africa».

Già lo scorso aprile la Rete aveva indirizzato una lettera aperta al ministro per la Cooperazione internazionale e l’integrazione Andrea Riccardi. «Ci permettiamo di segnalare con grande urgenza e preoccupazione – vi si legge – la situazione che si sta creando in alcuni centri della Calabria che da anni si occupano dell’accoglienza migranti con progetti dello Sprar e in seguito all’emergenza Nordafrica con progetti seguiti dalla Protezione civile. In particolare nel piccolo comune di Riace che ospita 120 rifugiati i fondi della Protezione civile per l’accoglienza dei rifugiati si è raggiunto il ritardo di otto mesi… ».

«Come lei certamente saprà – continuava la lettera aperta  – Riace negli anni è stata presa a modello come “progetto pilota” per la straordinaria capacità di trasformare un territorio difficile come la Locride in un esempio conosciuto in tutta Italia e anche all’estero. Oggi questa esperienza, sottoposta ad una pressione intollerabile, rischia di esplodere…».

Intanto, in questi giorni le affannose dichiarazioni istituzionali sui “fondi perduti” si inseguono a ruota libera. La Protezione civile: «La paralisi delle liquidazioni delle spese sostenute per l’assistenza è dovuta alla mancata registrazione delle convenzioni da parte della sezione di Catanzaro della Corte dei Conti»… E la Regione Calabria: «Il Governo ha destinato 500 milioni di euro per coprire i costi dell’emergenza migranti fino al mese di giugno di quest’anno»… Ma per il momento in Calabria ci si è sentiti costretti a ricorrere a un politically incorrect sciopero della fame.

 

Leggi anche su Vie di fuga

Per evitare un’altra Rosarno

Condividi su…

Articoli correlati

1 commento

  1. Riace e Acquaformosa sono esempi di speranza e umanità, ormai sempre più rari da trovare. Esprimo tutta la solidarietà ai lori sindaci e alla loro lotta che è anche la mia e che dovrebbe essere la nostra di tutti quelli che non vedono un senso nelle frontiere, nei confini nazionali, che non riescono a distinguere uomo da uomo e che credono nel concetto di accoglienza, interazione e ibridazione come prassi normali e quotidiane da non dover neanche mai mettere in discussione. mi piacerebbe, trovandomi da quelle parti tra il 9 e il 15 agosto, prendere parte a iniziative eventuali o dare una mano per quanto possibile nel sostenere la causa. C’è qualche manifestazione in quel periodo nei due comuni. è possibile fare qualcosa?


Aggiungi un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

Pubblicazioni