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“Non solo asilo 3”: un progetto di formazione e ricerca su rifugiati e Ssn

Sono disponibili on line, sul sito del coordinamento Non solo asilo, i materiali per la formazione del personale socio-sanitario realizzata fra aprile e giugno 2012 nei territori di Asti, Ivrea, Bra, Alessandria e Biella grazie al progetto “Non solo asilo 3” (un progetto Fer-Fondo europeo rifugiati, periodo 2008-2013). La formazione ha riguardato tre aspetti principali: strumenti giuridici, strumenti antropologici e strumenti psicologici. Degli strumenti antropologici fa parte la ricerca su “Salute e malattia” che presentiamo in sintesi.

21 interviste non strutturate a richiedenti asilo e titolari di protezione, due focus group, restituzione dei risultati delle interviste e un successivo lavoro di gruppo. Queste le tappe della piccola, ma significativa ricerca Salute e malattia: percezioni, significati e modalità di fruizione del Sistema sanitario nazionale italiano da parte di richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale realizzata in cinque centri piemontesi nell’ambito del progetto “Non solo asilo 3”.

 I primi due grandi nodi emersi dalla ricerca, da oggi disponibile su www.nonsoloasilo.org, sono da un lato la stretta connessione tra condizioni di vita, relazioni e salute («La realizzazione del progetto migratorio fa passare in secondo piano problemi di salute fisici anche importanti») e dall’altro l’importanza della mediazione e dell’accompagnamento nei meandri del Sistema sanitario nazionale (Ssn).

L’esperienza vissuta

La maggioranza dei 21 richiedenti asilo e “rifugiati” intervistati, 12 uomini e nove donne, per la metà fuggiti dalla Somalia e i restanti da altri nove Paesi, vivono in Italia da almeno due anni e parlano un buon italiano; inoltre 11 di loro hanno già avuto contatti rilevanti con i nostri medici e i nostri ospedali (parti, traumi, malattie più o meno gravi). Dunque ci “conoscono” bene, e vedono così il nostro Ssn: dal loro punto di vista in Italia «funzionano» gli ospedali, la distinzione dei compiti svolti dal medico ospedaliero e dal medico di base, la figura del pediatra e la copertura dei costi delle cure, anche se non totale.

Invece fra le carenze denunciano: la mancanza o l’inadeguatezza della mediazione linguistica (sia all’interno delle strutture ospedaliere sia negli studi dei medici di base); l’assenza o la nebulosità delle informazioni per l’“orientamento”; la scarsa gentilezza e la rigidità burocratica agli sportelli; le lunghe liste d’attesa per esami e visite specialistiche (e i loro ticket elevati); l’assenza di copertura da parte del Ssn per le cure dentistiche.

 … e la proposta

Secondo gli intervistati della ricerca Salute e malattia, il Ssn potrebbe migliorare se tenesse conto di alcuni aspetti, attenzioni e accorgimenti molto concreti (e almeno in parte a “costo zero”…): il rapporto col medico di base (aspetti relazionali, connotazioni simboliche), il problema-opportunità della sua scelta (ad esempio si potrebbe riportare nelle liste dei medici disponibili la loro conoscenza di lingue straniere); il potenziamento degli strumenti di mediazione; la diffusione di materiali informativi in più lingue in ospedali, ambulatori e studi medici; l’accompagnamento dei pazienti da parte del medico di base durante l’intero itinerario terapeutico (come in Belgio).

L’elenco di proposte è completato da una richiesta di sensibilità e attenzione da parte del personale sanitario (che deve assicurarsi di non “spaventare” le persone e verificare che queste comprendano ciò che viene loro detto) e di una maggiore gentilezza e “flessibilità” da parte degli impiegati agli sportelli informativi.

Alzando lo sguardo

«Spesso la figura del richiedente asilo è associata a uno stereotipo: quello di trovarsi di fronte ad un soggetto debole e bisognoso dal quale ci si aspetta passività e gratitudine. Vari autori sottolineano come l’idea della beneficienza umanitaria trasformi i diritti in concessioni, rendendo i soggetti beneficiari dipendenti dalle istituzioni. Il punto è che però il diritto non è riconosciuto ma concesso, implicando così situazioni di potere e di possibili sanzioni. Noi operatori stiamo andando verso una relazione col richiedente asilo “paranoicizzata”, caratterizzata da sospetto (“vero” o “falso” rifugiato?) e da rappresentazioni “predatorie” legate alla scarsità di risorse» (materiali A. La Greca).

 «Da un lato nella nostra società i diritti sono un bene scarso e in via di esaurimento. Dall’altro lato però c’è la speranza di una società inclusiva, capace di utilizzare l’occasione dell’accoglienza per ridare vita a un tessuto di solidarietà non caritatevole, in grado di difendere l’altro perché parte di sé e perché garanzia del proprio futuro» (F. Vacchiano citato da A. La Greca).

 
I collegamenti a tutti i materiali del progetto

Gli aspetti giuridici: Chi sono i richiedenti asilo e i rifugiati?

Aspetti antropologici: Una ricerca sulla saluteBibliografia antropologico-sanitaria

Aspetti psicologici: dott.ssa Anamaria Skanjetidott.ssa Laura Morettodott.ssa Angela La Greca

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