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UE e rifugiati: 2,3 milioni in protezione temporanea, ma frontiere sempre sbarrate con la Bielorussia

L’Agenzia UE per l’asilo ha diffuso le prime stime complessive sulla protezione temporanea a favore dei profughi fuggiti dalla guerra in Ucraina (per il 99% è stata richiesta da cittadini di questo Paese). Ma intanto le frontiere orientali rimangono chiuse per i migranti e i rifugiati asiatici e africani in arrivo dalla “rotta” bielorussa: in queste settimane la protesta degli attivisti e delle associazioni della Polonia.

 

 

Secondo una stima dell’EUAA, l’Agenzia europea per l’asilo, sono 2,3 milioni le persone fuggite dall’Ucraina che ad oggi hanno chiesto la protezione temporanea nel territorio dell’UE allargata, cioè l’Unione a 27 Paesi con la Svizzera e la Norvegia.

«Finora quasi tutte le persone che richiedono la protezione temporanea sono cittadini ucraini (99%), due terzi sono donne e pochissimi i minori non accompagnati», afferma l’EUAA in una nota. Il bollettino settimanale più recente dell’Agenzia certifica che fra il 18 e il 24 aprile sui 127 mila profughi registrati per la protezione temporanea in 23 Paesi dell’UE allargata gli ucraini sono il 98%, mentre il restante 2% è composto in particolare da cittadini russi, nigeriani e bielorussi

«Fra gli altri diritti – ricorda sempre l’EUAA –  i beneficiari di protezione temporanea ottengono un permesso di soggiorno per una durata iniziale compresa tra uno e tre anni, il diritto ad essere assunti al lavoro, nonché l’accesso alle cure sanitarie, all’alloggio e all’assistenza sociale. I minori hanno diritto all’istruzione pubblica. I beneficiari non sono tenuti a presentare domanda d’asilo, il che comporterebbe per loro una procedura più lunga, però conservano la possibilità di farlo». Sono appena 21.700 gli ucraini che, a causa  della guerra, hanno avviato nell’UE allargata un normale iter di richiesta d’asilo (periodo 21 febbraio – 24 aprile).

Sono 4,6 milioni in tutto i profughi in fuga dall’Ucraina che dal 24 febbraio hanno raggiunto i soli quattro Paesi membri confinanti, Polonia, Slovacchia, Ungheria e Romania (poco meno di 103 mila, invece, quelli arrivati in Italia).

 

“…Ma gli altri rifugiati?” L’appello degli attivisti a Varsavia

14 aprile 2022, il sit-in di Varsavia (foto agenzia Dire).

Quelle del disastro ucraino sono cifre (giustamente) al centro dell’attenzione. Ma esistono (continuano ad esistere) anche i migranti e i rifugiati di origine asiatica e africana che cercano di attraversare i confini militarizzati della Bielorussia con l’Unione. Nel solo 2021 questa frontiera è costata la vita a 22 di loro (dato MissingMigrants OIM).

Pochi giorni fa ha ricordato ancora una volta queste situazioni un sit-in organizzato a Varsavia da vari attivisti e associazioni e al quale hanno partecipato almeno 300 persone. La loro testimonianza è stata raccolta dall’agenzia Dire: «I manifestanti, da una piazza circondata da forze di polizia, hanno contestato al governo del primo ministro Mateusz Morawiecki la chiusura delle frontiere ai profughi mediorientali e africani in arrivo dall’autunno scorso dalla rotta bielorussa, il divieto alla libertà di accesso nell’area di frontiera a giornalisti, medici e operatori umanitari, nonché gli arresti di attivisti che cercano di portare aiuti ai migranti bloccati nei boschi tra le due frontiere».

Ancora dalla corrispondenza di Dire: «”Sono qui perché sono contraria alle decisioni razziste di questo governo che sceglie chi aiutare e chi no”, spiega Zuzanna Lesiak, 31 anni, fondatrice dell’ong The Hope Project Foundation in Poland. Lei, come ribadiscono più volte dai microfoni i responsabili della manifestazione, si dice “felice dell’enorme aiuto ai rifugiati ucraini, il problema è che non si vogliono aiutare yemeniti, siriani o afghani in arrivo dalla Bielorussia. È perché non sono bianchi ed europei? Ma davvero questo governo vuole dirci che esistono differenze tra i rifugiati? Tutti hanno dovuto lasciare i loro Paesi a causa della guerra assieme ai loro bambini”».

Nel primo trimestre di questo 2022 l’agenzia Frontex ha registrato appena 950 “attraversamenti” illegali lungo tutta la frontiera di terra orientale dell’UE (tra l’altro realizzati in buona parte, ancora una volta, da ucraini in fuga a partire dalla fine di febbraio…).

 

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