L’esperienza dei docenti del Ctp di Chieri, nell’hinterland torinese, che stanno cercando di organizzare corsi di italiano per i rifugiati somali che vivono dal 2010 nell’ex caserma dei vigili urbani di corso Chieri, ai margini della metropoli subalpina. Forse oggi il via libera per un locale in Circoscrizione.
di Mariella Zucca*
All’inizio dello scorso novembre vengo casualmente a conoscenza della situazione al limite della sopravvivenza in cui vivono i rifugiati somali dell’ex caserma occupata di corso Chieri. Decido con le colleghe di contattarli e il 10 novembre andiamo da loro.
Ho conosciuto con il mio lavoro molte situazioni estreme, ho visto realtà difficili in giro per il mondo, ma sono rimasta impietrita entrando in quelle stanze: freddo, buio (alle finestre sono inchiodate assi di legno ), qualche lampadina che pende da fili improbabili. Loro, i ragazzi, in piedi e noi lí, a disagio. Ci sono anche persone che in qualche modo li aiutano, un fotografo e il senatore Marcenaro che ascolta e fa promesse («non vi lasceremo soli, mi ricorderò di voi»).
Noi li invitiamo ai nostri corsi di italiano alla scuola Oscar Levi di Chieri. Dopo due giorni arrivano in 18, li iscriviamo ai corsi valutando le loro competenze linguistiche e li aspettiamo per il giorno successivo. Ritornano con altri, raggiungono il nostro istituto con l’autobus 30, sembra tutto a posto.
Per loro è importante venire a scuola, trascorrono alcune ore al caldo, trovano persone con problemi simili, parlano un po’ di italiano… magari riusciranno a prendere il diploma di terza media.
Ma non tornano. Contatto Abshir, il loro rappresentante. Non possono più venire a scuola, li hanno fermati sul bus, multati, fatti scendere e chiamato i carabinieri. Loro sono tutti rifugiati, non hanno problemi di documenti, ma non hanno i soldi per pagare il trasporto.
A questo punto cerchiamo di ottenere per loro un abbonamento a tariffa ridotta e contattiamo nell’ordine: il sindaco Fassino (1/12/2012), Claudio Lubatti (assessore comunale alla Viabilità e trasporti), Cesare Paonessa (direttore dell’Agenzia mobilità metropolitana), e altri assessori e funzionari in una riunione ufficiale il 17/01/2013. Attendiamo risposte. L’8/02/2013 il dottor Paonessa ci informa che «c’è la volontà politica, ma per il momento non se ne può fare nulla».
Decidiamo quindi di andare noi da loro. Con l’aiuto prezioso del volontario Paolo Salza cerchiamo un locale a Torino per fare lezione. Prendiamo contatti con la Circoscrizione 7, che è disponibile a iniziare un percorso di collaborazione, ma la trafila di domande, risposte e accordi ci ha portati ad oggi. I corsi non sono ancora iniziati: attendiamo (forse oggi 7 maggio, o domani) il via libera per una sala due volte la settimana, e forse riusciremo a iniziare con un mese di incontri (dopo metà giugno, infatti, noi insegnanti saremo impegnate con gli esami di licenza media e a luglio avremo i test per la Prefettura di italiano “A2” e di cittadinanza).
Intanto i ragazzi sono sempre lì. Aspettano, ci sorridono, mentre il tempo passa, e loro trascorrono la vita nel nulla e sempre più disillusi.
* Insegnante del Ctp (Centro territoriale permanente per l’istruzione e la formazione in età adulta) di Chieri (To)
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