L’accordo UE-Turchia di marzo, con lo sbarramento della rotta dei Balcani, ha iniziato a farsi “sentire” anche nelle richieste d’asilo in Europa: ad aprile i siriani che sono riusciti a chiedere asilo nell'”UE+” sono diminuiti del 9% rispetto a marzo e quelli iracheni del 4%.
L’accordo UE-Turchia di marzo, con lo sbarramento della rotta dei Balcani, ha probabilmente iniziato a farsi “sentire” anche nelle richieste d’asilo: siriani meno 9% (una nazionalità che, quando riesce a raggiungere il territorio dell’Unione, ottiene protezione nella quasi totalità dei casi…), iracheni meno 4 %. Questa l’“istantanea” scattata dai nuovi dati mensili dell’EASO sui richiedenti protezione nell’“UE+” ad aprile, il primo mese completo a ridosso dell’accordo.
La diminuzione di siriani e iracheni colpisce anche perché si inserisce in un contesto di aumento generale: nel mese hanno chiesto asilo nell’“UE+” (i 28 Paesi con l’aggiunta di Svizzera e Norvegia) 104 mila persone, più 4% rispetto a marzo.
Peraltro, hanno registrato un forte aumento i richiedenti fuggiti dall’Afghanistan, cresciuti di quasi un quarto.
In cifra assoluta i siriani che ad aprile hanno chiesto protezione sono stati 29.542 (rappresentano ancora una volta la nazionalità più numerosa), gli iracheni 11.796 e gli afghani 14.664.
Esiti: di nuovo in calo le domande esaminate
Per quanto riguarda le domande esaminate in prima istanza, sempre nel territorio dell’“UE+” esse risultano in calo per il secondo mese consecutivo: ad aprile sono state in tutto 77.423, quasi il 10% in meno rispetto a marzo.
All’interno di questo totale, tuttavia, sono cresciute di due punti percentuali (dal 55% di marzo al 57% di aprile) le domande di protezione accolte con la concessione dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria.
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