Nei giorni in cui l’Occidente “scopre” il disastro geopolitico e umanitario afghano, i nuovi dati EASO che abbracciano ormai tutto il primo semestre 2021 segnano un + 55% dei richiedenti asilo in Europa fuggiti dal Paese centro-asiatico. Aumentati della metà in un solo mese anche i minori non accompagnati afghani. Ma tra gennaio e ferragosto, ai 2,9 milioni di sfollati presenti a fine 2020 in Afghanistan se ne sono aggiunti altri 551 mila. Mentre in Iran entrano oggi in modo “irregolare” 5.000 afghani al giorno.
Un quinto in più: è l’aumento di richiedenti asilo in un solo mese contati dall’EASO nel territorio dell’UE “allargata” (l’Unione a 27 Paesi con Svizzera e Norvegia): a maggio erano stati circa 37.900, a giugno sono diventati 46.300. Questo dato di giugno si colloca ai livelli più elevati dopo lo scoppio della pandemia di COVID-19, all’inizio del 2020, e tuttavia, ancora una volta, al di sotto dei livelli pre-pandemici.
Nei giorni in cui l’occidente “si accorge” del disastro geopolitico e umanitario afghano, colpisce il netto aumento di richiedenti protezione fuggiti da questo Paese e che ce l’hanno fatta a varcare i confini dell’UE: 6.000 solo nell’ultimo mese, + 55% rispetto all’inizio dell’anno, anche se nelle serie statistiche mensili dell’EASO l’Afghanistan si trova regolarmente fra i primi tre Paesi produttori di uomini, donne, ragazzi e bambini in fuga almeno dal 2014.
A giugno, fra i 6.000 afghani si contano ben 1.011 minori non accompagnati, cresciuti della metà rispetto a maggio (quando si erano contati “solo” 683 fra bambini e ragazzi): nel complesso è afghano un non accompagnato su tre.
Dalla Bielorussia una nuova rotta
Eppure, osserva l’Ufficio europeo di supporto all’asilo, «se questa tendenza alla crescita non trova riscontro nella maggior parte delle altre nazionalità, è tuttavia simile a quella dei pakistani e dei bangladesi, che spesso utilizzano le stesse rotte migratorie degli afghani. Invece l’aumento delle domande d’asilo da parte di iracheni è dovuto in parte alla nuova rotta migratoria irregolare attraverso la Bielorussia». Dai valori di gennaio i richiedenti fuggiti dal Pakistan sono cresciuti quasi del 40% e quelli dal Bangladesh del 70%.
L’UNHCR, “da oggi vietato rimpatriare”
In cifre assolute, sempre per lo scorso giugno, oltre ai 6.000 afghani parliamo di 2.300 pakistani e 1.440 bangladesi. La cittadinanza più numerosa è rimasta ancora una volta quella siriana, con 7.500 richiedenti.
Ma sono tutti numeri che, per quanto dolorosi, letteralmente scompaiono di fronte a ciò che sta avvenendo in questi giorni nei confini afghani e nei Paesi vicini. L’UNHCR stimava in Afghanistan a fine 2020 2,9 milioni di sfollati interni (sotto questo indicatore il Paese è da lungo tempo fra i primi a livello globale); ma fra gennaio e ferragosto di questo 2021 se ne sono aggiunti ormai altri 551 mila. Ancora a fine 2020, gli Stati confinanti ospitavano qualcosa come 2,2 milioni di rifugiati afghani. Oggi gli afghani che secondo le autorità di Teheran entrano irregolarmente nel solo Iran sono 5.000 al giorno.
Tre giorni fa, il 16 agosto, l’UNHCR ha emesso un “avviso di non rimpatrio” per l’Afghanistan, chiedendo cioè che non venga più rimpatriato a forza nessun cittadino di questo Paese, compresi i richiedenti asilo che si sono visti respingere la loro domanda.
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