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Archivio Author: Adele Manassero

La nuda vita a infrarossi

*di Adele Manassero “Incoming” di Richard Mosse: reportage ad infrarossi dei viaggi di chi scappa da persecuzioni, guerre e disastri ambientali tra Medio Oriente, Nord Africa e Europa. Saturi delle immagini di barconi in mare e di grandi masse di persone in cammino o nei campi nei Balcani, i media trasmettono spesso e volentieri una rappresentazione disumana di coloro che scappano da guerre, persecuzioni e disastri ambientali in cerca di un nuovo futuro. Amplificando fino allo stremo questo meccanismo, il fotografo irlandese Richard Mosse ha ripreso e fotografato queste persone tra il 2015 e il 2016 in più luoghi in Medio Oriente, Nord Africa e Europa per mezzo di una particolare macchina fotografica ad infrarossi, utilizzata principalmente come tecnologia di sorveglianza, in grado di rilevare un corpo umano a 30,3 chilometri di distanza. Le immagini che ha prodotto non distinguono tra la notte e il giorno o dal colore della pelle e il risultato, come spiega lo stesso artista, “porta con sé una sorta di violenza estetica, deumanizzando il soggetto, dipingendo le persone come mostruosi zombie, spogliando l’individuo del suo corpo e raffigurando un umano come mera traccia biologica“. Il progetto ha dato vita ad una videoinstallazione immersiva che dal 14 Febbraio al 23 Aprile di quest’anno è stata proiettata su tre schermi larghi otto metri presso la Curve Gallery del Barbican Centre di Londra, il tutto accompagnato da una colonna sonora composta da Ben Frost e realizzato con il supporto dell’artista Trevor Tweeten. Dall’installazione è poi nato l’omonimo libro, edito dalla

L’isola dei giusti. Lesbo crocevia dell’umanità. L’ultimo libro di Daniele Biella

L’isola dei giusti. Lesbo crocevia dell’umanità – di Daniele Biella – Paoline – 2017 – pp. 158 Sette storie straordinarie di persone ordinarie per ricordare cosa sia la “normalità del bene”. Daniele Biella, già autore di Nawal. L’angelo dei profughi, ha presentato il suo secondo libro, L’isola dei giusti. Lesbo crocevia dell’umanità, alla trentesima edizione del Salone del Libro di Torino, dedicato quest’anno proprio al tema “Oltre il confine“. Pochi minuti prima della presentazione di Biella, in un’altra sala del Salone torinese, il giornalista Domenico Quirico lamentava il fallimento del giornalismo contemporaneo nel suscitare commozione, nell’incidere sulla sensibilità collettiva e nel creare quella coscienza di “dover essere uomini“. Un’incapacità di narrare storie ed eventi che porta spesso le persone ad avere “paura di uno che sbarca da una caravella fradicia e non ha niente“, ricorda Quirico. Parlare di confini allora, significa soprattutto parlare di come “i migranti sono i negatori viventi dei confini, li deridono, li immiseriscono” e raccontare di quei luoghi liminali, come Lesbo e Lampedusa, che più di altri hanno vissuto da sempre lo sfumarsi dei confini e il fluido avvicendarsi dell’umanità. Daniele Biella ha scelto di narrare sette storie straordinarie di persone ordinarie proprio dall’isola di Lesbo, in Grecia dove, tra le primavere del 2015 e del 2016, sono transitate circa 600 mila persone, “una cifra sette volte superiore agli 85 mila abitanti dell’isola“. Lesbo è “crocevia dell’umanità”, non solo dei nostri giorni, ma fin dal 1922 quando, con la fine della guerra tra l’Impero Ottomano e la Grecia, rappresaglie turche costrinsero cittadini di origine greca, abitanti
Asylos

Asylos, ricerche per il supporto delle richieste di protezione

L’esperienza di Asylos, la rete europea di ricercatori volontari che supporta operatori, ONG e avvocati nell’assistenza ai richiedenti asilo. E lo sviluppo di un nuovo strumento online per raccogliere e mettere a disposizione, in tutta Europa, le ricerche effettuate nei Paesi d’origine.
Papers Melting Pot

Papers. La rubrica di Melting Pot per condividere un sapere approfondito

Papers, la nuova rubrica di Melting Pot per condividere un sapere approfondito sulle migrazioni, sull’accoglienza dei richiedenti asilo e rifugiati e sui diritti di cittadinanza in generale. Condividere gratuitamente il sapere specialistico è uno di quegli strumenti che profumano di democrazia e di educazione alla cittadinanza attiva. “Papers” è una nuova rubrica di Melting Pot Europa che si propone proprio questo: diffondere e condividere le tesi di laurea, i papers, le ricerche e gli studi di settore che altrimenti rimarrebbero letture per pochi adepti, perché “il sapere non s’accresce se non condiviso”, come si legge nella presentazione. L’invito è quindi quello di mettere a disposizione di tutti il proprio materiale, senza fini commerciali o di lucro, firmando una semplice liberatoria. Tutto ciò che viene pubblicato rimane sotto la “Licenza Creative Commons Attribuzione – Non commerciale CC BY-NC”. La rubrica, ad appena due mesi dalla nascita, conta già sette titoli quali “Vite sospese. Relazione fra operatori e richiedenti asilo“, studio etnografico sul Centro d’Accoglienza Straordinaria di Trapani di Maria Concetta Barraco o ancora “I minori non accompagnati e la “crisi dei migranti””, tesi di laurea di Lucia Slot. I papers arrivano dal Piemonte, da Trapani, Roma, Genova, Bologna e persino dall’Olanda, per testimoniare che non sono solo i brevi articoli, spesso inevitabilmente parziali e superficiali, a poter essere condivisi in rete, ma anche un sapere più approfondito, inequivocabilmente più “lungo” e articolato da leggere. Approfondire rimane comunque e sempre il migliore strumento di comprensione della complessità del reale e questa rubrica rappresenta uno dei numerosi tasselli di

“Trafficanti” under 18/ 2: The Longest Run di Marianna Economou

The Longest Run – di Marianna Economou – Documentario – 77′ – Grecia 2015 Ci troviamo in una prigione minorile nella Grecia centrale dove Jasim, iracheno, e Alsaleh, siriano, sono in attesa del processo che li vede accusati di traffico illegale di migranti. Jasim e Alsaleh sono infatti minori non accompagnati e si dichiarano innocenti: l’uno arrestato a bordo di una barca con altre sette persone al confine Turchia-Grecia, l’altro mentre si trovava stipato in un camion con altre 40, nel tentativo di lasciare la Grecia. Il documentario racconta la lunga attesa del processo, attraverso le parole e le angosce dei due ragazzi, ormai diventati amici. Un’attesa che allunga ulteriormente i tempi della loro “corsa” (run) verso una nuova vita nella “terra promessa” d’Europa. Un’attesa che potrebbe tramutarsi in condanna a molti anni di prigione o addirittura in ergastolo: in Grecia, infatti, per i trafficanti la pena prevista è di 10 anni di carcere per ogni migrante trasportato illegalmente. La tensione è palpabile nel rapporto di Jasim e Alsaleh con l’assistente sociale, con l’insegnante, con l’avvocato e soprattutto con le famiglie nei Paesi d’origine. Cruciali sono le telefonate ai genitori a “casa” (a Kobane, Siria e nel Nord dell’Iraq), nelle quali i ragazzi non sempre raccontano l’amara realtà che stanno vivendo, minimizzandola, e cercando al contrario di dare loro speranza. È proprio nelle parole di consolazione alla madre in Siria che Alsaleh deve apparire adulto, capace di supportare a distanza la famiglia che ha investito risorse per farlo fuggire e che ora è priva di

Questo è il mio nome. Io ti vedo, tu mi vedi?

Questo è il mio nome, spettacolo teatrale del Teatro dell’Orsa con richiedenti asilo e rifugiati ospitati nello SPRAR di Reggio Emilia, ci ricorda il bisogno di ognuno ad essere riconosciuto come essere umano. “C’è un’autrice drammaturga francese che si chiama Helen Cixous che dice che noi andiamo a teatro altrettanto raramente che al nostro cuore, ed è di andare al cuore, il nostro e delle cose, di cui abbiamo bisogno. Perché il teatro è l’unica forma che ci dà modo di vivere la fatica di essere umani. L’incontro con i giovani che vengono dal Mali, dal Congo, dalla Nigeria, dalla Guinea, dalla Costa d’Avorio, dal Senegal, l’onda che sta arrivando e che cambierà il mondo, che orme lascia? Lascia orme dentro ai documenti che sono nelle Prefetture, nelle Questure, lascia orme che sono pezzi di storie che si riducono a numeri, a tempi che spesso non sono neanche precisi. Ma di che cosa abbiamo bisogno veramente? Quello che noi abbiamo cercato di fare in questo incontro è farci raccontare la parte invisibile: l’invisibile è il pezzo della nostra storia“, così Monica Morini, ideatrice e regista insieme a Bernardino Bonzani del Teatro dell’Orsa di Reggio Emilia, racconta la genesi dello spettacolo teatrale “Questo è il mio nome”. Il progetto, iniziato a gennaio 2015, ha visto coinvolti alcuni richiedenti asilo e rifugiati accolti nello SPRAR di Reggio Emilia e appassionatisi al teatro, e ha debuttato nel settembre dello stesso anno al Festival Aperto. Lo spettacolo, che ha certamente avuto un valore catartico per i partecipanti,

Le mappe online delle migrazioni forzate: l’interazione di dati e narrazione

“The Refugee Project”, una mappa delle migrazioni globali e “ESODI”: tre strumenti interattivi per meglio comprendere le migrazioni e in particolare le migrazioni forzate attraverso dati e narrazione. The Refugee Project, una mappa temporale e narrativa delle migrazioni forzate dal 1975 Con l’enorme mole di dati a nostra disposizione provenienti da fonti diverse, non sempre è facile orientarsi ed avere un quadro delle migrazioni forzate. “The Refugee Project” è una mappa “temporale” e “narrativa” che ha l’obiettivo di ricostruire il fenomeno dal 1975 attraverso la rappresentazione visuale animata dei dati ufficiali di UNHCR e UN Population Data e, grazie all’ausilio di contenuti storico-politici, di illustrare brevemente le cause dei vari flussi. L’intreccio di dati e storia permette quindi di costruire una “narrativa dell migrazioni forzate”: trattando esplicitamente i rifugiati infatti, non vengono considerate le persone entrate in altri Paesi in modo irregolare, i migranti classificati formalmente come “economici” e gli sfollati interni. The Refugee Project rimane perciò una mappatura parziale, da integrare con altre fonti e altre “narrative” a loro volta parziali nella loro specificità. Il progetto è stato realizzato da Hyperakt, un’agenzia di design ad impatto sociale di New York, insieme ad Ekene Ijeoma, designer e artista. Le migrazioni mondiali dal 2010 al 2015 in una sola mappa Una seconda narrativa, più onnicomprensiva a livello mondiale e utile per poter effettuare un confronto, è quella costruita dalla mappa interattiva di Metrocosm, realizzata dall’imprenditore newyorkese Max Galka e anch’essa basata su dati della UN Population Division. La mappa mostra i flussi migratori globali tra il
Gabriele Del Grande

Un partigiano mi disse. Nuovo crowdfunding di Gabriele Del Grande

Gabriele Del Grande, uno dei registi del film “Io sto con la sposa”, ha lanciato una nuova raccolta fondi dal basso per finanziare il suo progetto di libro “Un partigiano mi disse”. Per la seconda volta Gabriele Del Grande, uno dei tre registi di “Io sto con la sposa”, ricorre al crowdfunding per finanziare un progetto indipendente. Questa volta si tratta di un libro, “Un partigiano mi disse“, che racconterà la guerra in Siria e la nascita dell’ISIS, attraverso “l’epica della gente comune in un intreccio di geopolitica e storytelling” e la ricostruzione di vent’anni di guerre e terrorismo. Di ritorno da un viaggio in Turchia lo scorso aprile, Del Grande ha maturato l’idea che “non basta una sposa“, ma occorre salvare il ricordo degli “uomini e donne dalle storie eccezionali. Sopravvissuti tre volte alla repressione della dittatura, alla ferocia della guerra e al regime degli uomini in nero. Da quel viaggio sono tornato con un registratore pieno di interviste, un centinaio di pagine di sbobinature, un mare di domande nella testa e l’urgenza, mai così forte, di tornare a scrivere. Mi sembra l’unica cosa sensata da fare. Dopotutto con “Io sto con la sposa” non avremo salvato una sola vita, ma è pur vero che abbiamo salvato una storia.“ Le domande a cui rispondere sono molte e la complessità della situazione che vuole raccontare altissima. “Perché di Isis si parla ogni giorno, ma in pochi ci hanno davvero capito qualcosa. Chi sono gli uomini e le donne che a migliaia si arruolano per difendere il

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

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