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Archivio Author: Giorgio Morbello

Accoglienza diffusa nel bresciano

Arriva dalla provincia di Brescia un importante impulso alle politiche e buone pratiche relative all’accoglienza di richiedenti asilo. Dopo mesi di incontri, confronti, progettazione, ha finalmente visto la luce l’Accordo Territoriale per l’accoglienza diffusa dei Richiedenti Protezione Internazionale in provincia di Brescia. E’ stato sottoscritto da Provincia di Brescia, Associazione dei Comuni Bresciani, Comunità Montana di Valle Camonica e 43 Comuni bresciani (tra cui Brescia, Breno, Cellatica ed altri 10 partner SPRAR), ma nel corso delle settimane altre amministrazioni comunali si sono dette disponibili ad aderire all’accordo che resta sempre aperto a nuove sottoscrizioni e ad allargare la rete. Numeri possibili A oggi i richiedenti asilo ospitati a Brescia sono 676: 146 all’interno dei progetti Sprar di seconda accoglienza, 232 gestiti dalle associazioni di terzo settore, 298 negli hotel che hanno attivato una convenzione con la prefettura, ma grazie a questo accordo sono stati aumentati di 101 unità i posti presso strutture attrezzate in modo da limitare il più possibile l’utlizzo di hotel. L’accordo intende infatti offrire un tipo di accoglienza dignitosa e diffusa sul territorio bresciano per evitare grandi concentrazioni di persone che vengono a creare situazioni di tensione tra gli ospiti stessi e con la popolazione locale. Prevede anche che i comuni aderenti trovino sul proprio territorio strutture idonee all’accoglienza per richiedenti Protezione internazionale fissando dei limiti legati al numero di residenti: 15 posti al massimo per i Comuni fino a 5 mila abitanti, 25 per quelli fino a 40 mila abitanti. Pochi per ogni comune Tra i

Alcune riflessioni “dal basso”

Cambalache è un’associazione di promozione sociale di Alessandria e da qualche settimana sta facendo girare un documento che nel modo diretto, semplice, chiaro con cui è scritto pone degli interrogativi necessari, mette a nudo le contraddizioni, evidenzia i problemi che toccano l’universo dei rifugiati politici e dei richiedenti asilo. La riflessione di questi operatori è tutta “dal basso”, nasce dall’operare quotidiano e dai “muri” di burocrazia, ottusità, miopia sociale con i quali ogni giorno di scontrano. Se manca il pathos… La prima perplessità è sul lavoro delle Commissioni territoriali, in particolare quella di Torino che ha giudicato il destino delle persone seguite da Cambalache in questi mesi. “Di 25 persone ascoltate dalla Commissione, 21 hanno avuto risposta negativa. (…). Tra le motivazioni dei dinieghi: ‘i racconti non erano esposti con il richiesto pathos’ ‘il racconto manca di partecipazione vissuta’. (…) La domanda che molti si sono posti, apparentemente infantile ma vissuta con senso di grande ingiustizia, è stata “perché io no e lui si?”. Il documento racconta poi l’iter dei ricorsi e le motivazioni delle sentenze: il percorso ha un che di kafkiano. Tanto lavoro per nulla L’associazione racconta poi il proprio imbarazzo nell’essersi impegnata con queste 25 persone in percorsi di inserimento, nell’individuazione di abitazioni e lavori che portassero all’autonamia, nel vedere avviati positivamente diversi di questi percorsi, per poi vedere che la “mancanza di pathos narrativo” ha interrotto tutto, rendendo le persone “presenti irregolarmente”. Il senso di frustrazione che trapare dal documento è grande. Anche perchè il denaro

Migranti in Sicilia

E’ online “Migrazioni in Sicilia 2014”, una ricerca dell’Osservatorio sulle Migrazioni presso l’Istituto di Formazione Politica “Pedro Arrupe”. Curata da Serenella Greco e Giuseppina Tumminelli, la pubblicazione prende in esame il fenomeno migratorio in Sicilia nei suoi aspetti principali: popolazione e famiglie, lavoro, rimesse verso il Paese d’origine, minori, sbarchi, strutture di accoglienza sono alcuni dei capitoli in cui è suddivisa la ricerca. La Sicilia rappresenta di sicuro una regione “sentinella” per quanto riguarda il fenomeno migratorio: punto di arrivo, trampolino per il resto d’Italia e d’Europa, luogo di sperimentazione di politiche di accoglienza. Ogni sezione comprende un’approfondita analisi provincia per provincia con dati completi e utili a una lettura non superficiale del fenomeno. Per quanto riguarda i minori stranieri non accompagnati emergono alcuni aspetti di particolare interesse. La Sicilia infatti è la regione italiana che nel 2013 ne  ha accolti il maggior numero: 4.070 su circa 8.900 presenti in Italia. Eritrea, Egitto, Somalia e Gambia sono i Paesi africani maggiormente rappresentati tra i minori non accompagnati presenti nell’isola. Non pare però essere adeguato il sistema di accoglienza di questi ragazzi: “La maggior parte dei minori – si legge nel Rapporto – risulta ospitato in strutture non autorizzate (2.739 sono ospitati in tendopoli di vario genere)”, mentre sono ben 206 i minori di cui non si ha più notizia perché scappati dalle strutture in cui erano accolti. Il Rapporto si chiude con un’analisi delle strutture residenziali e non presenti in Sicilia, da dove emerge un incremento di tali strutture: dalle

K-Pax: basta luoghi comuni per il 2015

Sono stati auguri un po’ particolari quelli che la Cooperativa K-Pax di Breno (Brescia), aderente alla Rete Europasilo, ha inviato durante le ultime feste. Auguri, se così possiamo definirli, all’insegna dei diritti e del rispetto delle persone per un 2015 che sappia uscire, in tema di diritto d’asilo, dai luoghi comuni più diffusi. Ecco le riflessioni di K-Pax DIRITTO ALL’ASILO – CONOSCERE PER CAPIRE Cinque luoghi comuni sotto forma di domanda e relative risposte. 1. L’Italia è “invasa” da immigrati e rifugiati? No. Il numero complessivo di immigrati in Italia è perfettamente in linea con la media europea. Gli immigrati sono circa l’8% della popolazione totale e producono il 12% del PIL nazionale contribuendo in maniera fondamentale, tra l’altro, alla sostenibilità del sistema pensionistico italiano. La percentuale di rifugiati in Italia, rispetto al totale della popolazione (0,1%), è nettamente inferiore a quella di Svezia (0,9%), Germania (0,7%), Austria (0,6%), Olanda (0,4%), Francia (0,3%), Gran Bretagna (0,2%). Maggiori informazioni si trovano nel Dossier Statistico Immigrazione Dati locali da un articolo del BresciaOggi 2. I Comuni tolgono soldi agli Italiani per darli ai rifugiati? No. I fondi per i rifugiati e i richiedenti asilo sono stanziati dall’Unione Europea e dal Ministero dell’Interno. I progetti di accoglienza sono a costo zero per i Comuni. Ad esempio il “fondo Asilo, migrazione e integrazione 2014-2020” 3. I rifugiati ricevono 35 Euro al giorno? No. I rifugiati ricevono circa 2,5 Euro al giorno per le proprie spese personali. Il resto dei fondi serve per pagare i

Più velocità e meno diritti

A fine agosto è entrato in vigore il decreto legge n.119/2014 che contiene, tra le altre cose, anche le nuove disposizioni in merito alla procedura di riconoscimento della protezione internazionale. Si tratta di novità non di poco conto e che riguardano la sfera dei diritti delle persone: è infatti evidente che un cambiamento di procedura, in un terreno così delicato come quello del riconoscimento o meno dello status di rifugiato, non può essere un atto puramente formale.

Storie/1: Inno, da Lampedusa a Berlino

Inno ha il sorriso franco e aperto e un borsalino in testa che lo rende subito simpatico. Ma il suo buon umore non deve ingannare: è la sua forza, e ne ha avuto un gran bisogno per arrivare fino qui, oggi, a parlare con noi. La sua vita fino al 2011 è stata una vita “normale”.

Lettera aperta ai candidati al Parlamento europeo

E’ l’Europa il terreno in cui si gioca la partita dei diritti dei rifugiati politici. Le politiche, i finanziamenti, gli interventi sono decisi e concordati in quella sede e da quelle istituzioni, che si tratti di Frontex, del regolamento di Dublino o di direttive comunitarie. E’ allora necessario che queste elezioni europee del 25 maggio siano anche lo spazio di dibattito su questi temi. In questo senso alcune organizzazioni hanno deciso di prendere parola e hanno scritto un documento che si rivolge direttamente i candidati che, in tanti, si trovano ora in campagna elettorale.  “Gentile candidato – scrivono Fondazione Migrantes, Caritas italiana, Centro Astalli, Missio e Focsiv – (…) sulle migrazioni si confrontano chiaramente due idee di Europa…” . Da una parte, ricorda questa “lettera aperta”, esiste l’Europa xenofoba, gretta, impaurita, richiusa in se stessa: l’Europa dei muri e delle barriere, che vede, nei migranti la causa dell’attuale crisi. E’uno sguardo suicida che chiude il nostro continente in un declino demografico, sociale ed economico. Dall’altra parte però, si riconosce un’altra Europa “dinamica aperta e coraggiosa” nella quale i migranti hanno un ruolo di rilancio e di fermento.  In quale di queste “due Europe” si colloca il “gentile candidato” alla quale la lettera è indirizzata? Fondazione Migrantes, Caritas italiana, Centro Astalli, Missio e Focsiv fanno delle richieste precise ai quanti intendono essere eletti al Parlamento europeo, di qualunque schieramento siano. Chiedono di impegnarsi per misure di accoglienze rispettose dei diritti umani, la revisione del regolamento di Dublino, un ampliamento delle possibilità

Asgi: raccomandazioni per un’emergenza che non esiste

Emergenza: a ogni sbarco o arrivo di migranti sul territorio italiano questa parola risuona sui mezzi di comunicazione e nelle analisi politiche, ancora di più in questi giorni nei quali la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo sta entrando nel vivo. Affrontare il fenomeno delle persone in fuga dal proprio Paese sotto le lenti emergenziali rischia di essere un atteggiamento che non solo distorce la realtà, ma anche porta a una limitazione dei diritti umani.

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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