A quasi due mesi dall’approvazione dei progetti Sprar per il triennio 2014-2016 non tutti i comuni del Piemonte hanno già potuto accogliere i loro richiedenti asilo e rifugiati. Ma intanto l’abitudine a ricorrere ad accoglienze “parallele” non ha intenzione di finire.
Sono 540 i posti per rifugiati e richiedenti asilo nei nuovi progetti Sprar per il triennio 2014-2016 approvati in Piemonte, e a questa cifra potrebbero sommarsi altri 301 posti “aggiuntivi”. Le graduatorie dei progetti sono state pubblicate nello scorso gennaio. Ma ad oggi, passati quasi due mesi, non tutti i comuni della regione hanno già accolto i loro ospiti.
E tuttavia non tutti i canali hanno gli stessi ritmi “all’italiana”. Ad esempio il 7 febbraio sono arrivati a Rivarolo, in provincia di Torino, una cinquantina di richiedenti asilo salvati alcuni giorni prima su un barcone nel Canale di Sicilia dalla Guardia costiera.
Il gruppo, composto soprattutto da giovani fuggiti dal Mali e dalla Costa d’Avorio, è stato alloggiato nelle camere dell’Hotel Europa. Però la gestione dell’accoglienza è stata affidata dalla Prefettura di Torino alla cooperativa L’Isola di Ariel.
Sia la cooperativa che l’hotel avevano già lavorato nell’ambito della cosiddetta “emergenza Nordafrica” del 2011 gestita dalla Protezione civile. E oggi, ancora una volta, l’accoglienza di Rivarolo non fa parte di nessun progetto del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati: sfrutta infatti la circolare ministeriale dell’8 gennaio 2014, che dà facoltà alle Prefetture di aprire di nuovo accoglienze esterne allo Sprar, stipulando accordi preferibilmente con altri enti locali ma anche, come in questo caso, con privati.
Si pensava, e pensavamo anche noi, che la rete e i progetti dello Sprar, con i loro standard, dovessero ormai essere la norma per l’accoglienza sul territorio di richiedenti e rifugiati. Ma evidentemente l’abitudine a ricorrere ad accoglienze “parallele” non ha intenzione di finire.
La redazione
Collegamenti
L’Atlante Sprar 2012-2013: la sintesi
1 commento
Io direi va bene accogliere i richiedenti asilo a Rivarolo anche fuori progetto spese , ma la cosa assurda e’ di affidare il servizio ad una cooperativa di Torino e gli operatori non sono del territorio canavesano , non conoscono la rete dei servizi , invece ci sono cooperative ed associazioni del territorio che hanno personale competente come mediatori esperti della zona e sopra tutto manca il lavoro a Rivarolo .