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E’ possibile analizzare le politiche e i fenomeni sociali anche con le lenti dei costi economici? Lunaria, associazione di promozione sociale, indaga su questi aspetti già da tempo e nella sua ultima ricerca, presentata a fine 2013, si interroga su un aspetto particolare del nostro vivere civile: “l’immigrazione costituisce davvero un ‘rischio’ per la sostenibilità del nostro sistema economico e di welfare?” Il rapporto “I diritti non sono un costo – Immigrazione, welfare e finanza pubblica”, un progetto sostenuto da Open Society Foundation, parte da questa domanda per analizzare la spesa sociale pubblica italiana imputabile ai cittadini stranieri.

Accogliere, includere, garantire i diritti di cittadinanza è giusto e anche conveniente per la finanza pubblica. La spesa sociale imputabile (con qualche riserva) ai cittadini stranieri e gli stanziamenti destinati alle politiche di contrasto, di accoglienza e di inclusione sociale dei migranti, secondo le stime di Lunaria relative all’anno 2011, incidono complessivamente per il 2,07% sulla spesa pubblica complessiva. Se invece restringiamo il campo di osservazione alle politiche per così dire “dedicate”, gli stanziamenti per le politiche di accoglienza e di inclusione sociale dei migranti rappresentano lo 0,017% della spesa pubblica complessiva rispetto allo 0,034% di incidenza degli stanziamenti destinati alle politiche del rifiuto. Lo Stato investe dunque poco nel governo di un fenomeno che è ormai strutturale, ma investe anche male. Mediamente gli stanziamenti ordinari destinati alle politiche di accoglienza e di inclusione sociale dei migranti si aggirano intorno ai 123,8 milioni di euro l’anno, pari a circa la metà di quelli mediamente destinati alle politiche del rifiuto, circa 247 milioni l’anno.

In una società “meticcia”

Dai dati della ricerca emergono così alcune indicazioni di governo del fenomeno che Lunaria rilancia: si chiede infatti un cambiamento di rotta e la capacità di una visione di lungo respiro della realtà: “il rifiuto è disumano, costa troppo ed è inefficace. Investire nell’accoglienza, nell’inclusione sociale, nella garanzia dei diritti di cittadinanza è ciò che serve”. Si legge anche nel rapporto “il tema di oggi non è quello della garanzia della “sicurezza” dei cittadini italiani,né quello dell’insostenibilità della presenza straniera sul piano occupazionale o del sistema di welfare” occorre invece un cambio radicale di strategie per assicurare una prospettiva di vita dignitosa a tutti i cittadini, in una società che è già meticcia da tempo”.

 

I diritti non sono un costo. Immigrazione, welfare e finanza pubblica

 

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