Se ne è parlato alla presentazione del rapporto 2021 sul diritto d’asilo della Fondazione Migrantes. Anche quest’anno vari materiali del volume (la sintesi dei 12 contributi con i dati principali, l’introduzione, le conclusioni e gli abstract) sono disponibili sul sito di Vie di fuga.
«Di recente con la rete RiVolti ai Balcani abbiamo realizzato una missione in Bosnia-Erzegovina per i progetti che la rete ha contribuito a finanziare. Quando abbiamo incontrato un giovane afghano, Zacharia, in uno squat di Velika Kladuša, poco lontano dal confine con la Croazia, e quando gli abbiamo chiesto se poteva dirci qualcosa della sua esperienza, lui ci ha risposto: “Ma cosa vi devo raccontare, che ormai tutti sanno tutto?”. Ecco, sappiamo tutto, questo report sull’asilo ci aiuta ad aprire gli occhi. Ora è bene che ci prendiamo l’onere e la responsabilità di portare questa consapevolezza ovunque possibile».
Questa mattina a Roma si è conclusa così, per voce di Duccio Facchini, direttore della rivista Altreconomia, la presentazione del report 2021 su Il diritto d’asilo della Fondazione Migrantes. La registrazione video dell’incontro è disponibile qui sopra.
Anche quest’anno vari materiali del rapporto (Gli ostacoli verso un noi sempre più grande, Editrice TAU, pp. 360, euro 20,00) fra cui la sintesi dei 12 contributi e dei dati principali, l’introduzione, le conclusioni e gli abstract possono essere scaricati dall’apposito banner nell’homepage di Vie di fuga. Per organizzare presentazioni: segreteria@migrantes.it – Per ordinare copie cartacee: info@editricetau.com |
L’illusione del filo spinato
I primi due interventi dell’incontro rimarcano la «contraddizione stridente» fra il magistero più recente di papa Francesco e le immagini di rifiuto che ci arrivano dalle frontiere europee (Stefano russo, segretario generale della CEI). Ma anche l’illusione europea di poter tener «fuori dalle porte di casa», srotolando filo spinato e violando sempre più sfacciatamente il diritto d’asilo, le migrazioni forzate in crescita a livello globale, e che peraltro approdano solo in minima parte alle frontiere del nostro continente, come ricorda dati alla mano Mariacristina Molfetta, curatrice del rapporto con Chiara Marchetti: dalle folle di rifugiati tenuti ben lontano nei Paesi “in via di sviluppo”, l’85% del totale mondiale, alle stentate performance dei voli di resettlement (appena 10.600 i rifugiati vulnerabili reinsediati nell’UE nel 2020, contro il milione e 400 mila che, nel mondo, ne avrebbero necessità).
Accoglienza: “Afghanistan, abbiamo perso un’occasione”
Le luci (poche) e le ombre (molte) degli ultimi sviluppi dell’accoglienza “all’italiana” sono descritte da Chiara Marchetti e da Michele Rossi di Europasilo attraverso i quattro «prismi» della “crisi afghana” d’agosto, del permanere del sistema binario CAS-SAI (con l’inamovibile prevalenza del “sistema CAS”), del permanere della differenziazione fra i servizi per i richiedenti asilo e quelli per i beneficiari di protezione, e dell’abbandono istituzionale di fronte alla pandemia di COVID-19.
Sintetizza Marchetti: «Abbiamo portato in Italia un numero relativamente elevato di cittadini afghani con un canale sicuro. Ma nemmeno di fronte a questo il sistema di accoglienza è stato capace di gettare veramente il cuore oltre l’ostacolo… Senza contare che non ci sono solo gli afghani che arrivano con i ponti aerei. Ci sono quelli bloccati fra Bielorussia e Polonia, lungo la rotta balcanica e i tanti rifugiati di altre nazionalità che cercano drammaticamente di entrare nel territorio dell’Unione ma non riescono a farlo».
Quei fondi alle milizie
Affronta l’argomento del Patto europeo su migrazione e asilo e denuncia le contraddizioni delle politiche UE e italiane Yagoub Kibeida della rete UNIRE (Unione Italia rifugiati ed Esuli), dai rimpatri a ripetizione nella precaria Tunisia agli accordi dell’Unione con le stesse milizie sudanesi che mettono in fuga e producono rifugiati.
Invece per Kibeida sono (piccoli) segnali positivi le iniziative dei “corridoi umanitari” e quelle di ascolto, anche in sede UE, della voce di rifugiati in merito alle politiche che li riguardano.
A Gian Carlo Perego infine, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, il compito di tirare le fila con la proposta di alcuni impegni per l’UE e l’Italia, «per riuscire ad aumentare la speranza di molte persone in fuga».
«La presenza e la collaborazione nella redazione del rapporto sul diritto d’asilo di quest’anno dell’UNIRE – sottolinea Perego – vuole dimostrare come i rifugiati nel nostro Paese siano una risorsa e come desideriamo camminare insieme, come Chiesa e come società, con gli uomini e le donne che sono tra noi».
A chi stiamo negando il diritto d’asilo e perché dobbiamo vergognarciL’intervento di Mariacristina Molfetta alla presentazione del nuovo report asilo è stato ripreso sul sito della rivista Altreconomia. Può essere letto a questo link. Ha detto fra l’altro la co-curatrice del rapporto: «Non mi stanco di pensare e di ricordare che se questo continente e questo Paese non riusciranno a fare uno scatto di realtà – non siamo invasi da niente e da nessuno -, se non avremo uno scatto di civiltà che ci fa vedere la realtà per quella che è, ovvero che siamo un continente vecchio, arroccato e chiuso, che difende i propri privilegi e non apre le porte a chi realmente ha bisogno, beh, questo continente meriterà di non sopravvivere». |
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