Eurostat ha elaborato i dati completi relativi agli esiti delle domande d’asilo nei 27 Paesi dell’Unione europea durante il 2011. Queste cifre comprendono anche gli esiti in “ultima istanza” secondo gli ordinamenti di ogni singolo Paese. Ne emerge un’Italia apparentemente “virtuosa”…
Con discreta tempestività, in occasione della Giornata del rifugiato Eurostat ha elaborato i dati 2011 relativi agli esiti delle domande d’asilo nei 27 Paesi dell’Unione europea. Significativamente, queste cifre comprendono anche gli esiti in “ultima istanza” previsti negli ordinamenti di ogni singolo Paese.
Nel 2011 l’Unione ha offerto complessivamente una forma di protezione a 84.100 richiedenti asilo (erano stati 75.800 l’anno prima). soprattutto afgani, iracheni e somali.
In prima istanza, in media i 27 Paesi dell’Ue accolgono appena una domanda su quattro, circa il 25%, e in sede di ultimo ricorso meno di una su cinque, 19%. In questa “classifica” dei riconoscimenti formali l’Italia si trova in posizione apparentemente virtuosa, con il 30% circa di riconoscimenti in prima istanza e il 22% in sede di istanza finale.
Però, al di là della qualità del trattamento poi riservato ai rifugiati e ai “protetti” nel nostro Paese, Eurostat rivela che l’Italia già a livello di concessioni formali è particolarmente avara nella concessione dello status di rifugiato e della protezione sussidiaria, cioè le due forme di protezione principali. In prima istanza, in media viene riconosciuto rifugiato od ottiene la protezione sussidiaria nel territorio dell’Ue il 21% circa dei richiedenti asilo, mentre in Italia la percentuale è sotto il 17% (la serie di dati pubblicata da Eurostat purtroppo non scorpora gli esiti “rifugiato” e “sussidiaria”).
In sede di ricorso finale, inoltre, contro una media Ue di ricorrenti che ce la fanno a diventare rifugiati o ad entrare in protezione sussidiaria pari al 17% circa, la percentuale italiana crolla al 4% dei ricorrenti. In pratica, nel nostro Paese le già scarse speranze in caso di ricorso non vanno oltre la concessione della protezione umanitaria, ottenuta in questa sede dal 17% dei ricorrenti, uno su sei.
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