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* di Mirtha Sozzi e Marco Anselmi

Popolazione:39.148.162
Capitale: Addis Abeba

Etiopia

L’Etiopia è uno stato dell’Africa orientale. L’identità culturale e religiosa dell’Etiopia ha origini millenarie tanto da essere considerata il più antico stato africano ad essersi formato. Ha sempre mantenuto l’indipendenza fatta eccezione del periodo del colonialismo italiano negli anni della seconda Guerra Mondiale.

L’Etiopia, formalmente, è una Repubblica Federale suddivisa in 9 regioni e due Città autonome. 1 Addis Abeba – Città autonoma-, 2 Afar, 3 Amhara, 4 Benishangul- Gumuz, 5 Dire Daua- Città autonoma-, 6 Gambela, 7 Harar- enclave-, 8 Oromia, 9 Somali, 10 Popoli del Sud, 11 Tigrè.

Tipo di governo e politica recente
L’Ethiopian People’s Revolutionary Democratic Front (EPRDF) è il principale partito politico del Paese che guidò l’Etiopia nella liberazione dalla dittatura del Generale Menghistu Haile Mariam e che organizzò le prime elezioni libere nel 1994. Le prime elezioni libere per la nomina del parlamento furono boicottate da molti partiti minori e vinte con presunti brogli elettorali dall’Eprdf. L’Etiopia è, almeno formalmente, una Repubblica Federale Democratica. L’attuale Presidente della Repubblica e Capo dello Stato è Mulatu Teshome nominato nel 2013 e successore di Girma Wolde-Giorgis, che era stato in carica dal 2001 al 2013 con un ruolo per lo più di rappresentanza, perché in Etiopia il controllo politico vero e proprio è affidato alla figura del Primo Ministro e Capo del Governo. Nella storia etiope recente questo ruolo è stato per lungo tempo occupato da Meles Zenawi in carica dal 1995 fino al 20 agosto 2012, data della sua morte. Meles Zenawi, già Presidente dell’Etiopia dal 1991 al 1995, restò in carica con l’EPRDF dal primo mandato del 1995 e venne sempre riconfermato nelle successive elezioni del 2000, del 2005 e del 2010.

Nello svolgimento delle elezioni politiche e nel pieno della campagna elettorale molti osservatori internazionale hanno denunciato, sia nel 2005 che nel 2010, gravi limitazioni della libertà di espressione esercitate dal Governo di Zenawi ai danni dei principali oppositori politici. Molti leader dei partiti di opposizione sono stati incarcerati sia durante la campagna elettorale che successivamente, alcune tra le più importanti testate giornalistiche sono state chiuse, molti giornalisti e attivisti hanno abbandonato il paese a seguito di numerose azioni di repressione avvenute sia nelle maggiori città che nelle zone più interne dello stato. Alla morte di Meles Zenawi nel 2012, la carica di Primo Ministro è stata affidata al suo vice, Haile Mariam Desalegn che è rimasto al potere (duramente contestato) fino al 2 aprile 2018, data in cui è stato nominato primo ministro Abiy Ahmed.

Abiy in una situazione di gravissima instabilità lancia la più rapida operazione di apertura politica mai vista nella storia del paese: fa la pace con l’Eritrea, libera 60mila prigionieri politici, tra i quali tutti i giornalisti che erano stati incarcerati, revoca la messa al bando di gruppi dell’opposizione e affida metà degli incarichi di governo a donne. Abiy per queste scelte e azioni politiche viene insignito del premio Nobel per la pace nel 2019. Il Primo Ministro etiope è comunque un ex militare, dai metodi autoritari, ed è deciso a opporsi con ogni mezzo alle forze centrifughe che minacciano l’unità dell’ex impero.

Guerra

Carrarmato etiope alla fine della guerra civile etiope
Carrarmato etiope alla fine della guerra civile etiope

Pur essendo uno degli Stati più vecchi del continente africano la storia recente dell’Etiopia non ha quasi conosciuto momenti di pace duraturi.

Il Paese è passato attraverso una grave dittatura del “Terrore Rosso” sotto il dominio del Generale Menghistu e della giunta militare del Derg che ha causato, secondo gli osservatori internazionali circa mezzo milione di vittime tra oppositori di regime e semplici civili. Anche gli ultimi Governi, con Zenawi e Desalegn, sono da considerarsi tutt’altro che democratici, pur non potendosi considerare delle vere e proprie dittature. Il Governo guidato da Meles Zenawi per anni ha represso sanguinosamente ogni forma di opposizione politica organizzata che causava costanti focolai di guerriglia nella capitale e nelle più grosse città. A tutto ciò va aggiunto il decennale conflitto con la vicina Eritrea, inizialmente legato alla questione della rivendicazione di indipendenza da parte dell’Eritrea, che ha causato migliaia di vittime.

L’indipendenza concessa nel 1993 a seguito di un referendum popolare non ha però migliorato i rapporti tra i due Stati rimasti irrisolti fino all’elezione di Abiy e agli accordi di pace di Gedda che hanno aperto alla cessione dei territori contesi attorno alla località simbolo di Badme (gesto mai compiuto dagli etiopici nei confronti degli eritrei). I confini riaperti nell’estate 2018  e la libera circolazione tra i due Paesi ha però innescato la diaspora di migliaia di eritrei, determinati a sfuggire al servizio militare permanente e alla dittatura e per questo a dicembre 2018 l’Eritrea decide di richiudere unilateralmente tutti i confini.

AP Photo/Nariman El-Mofty)

A novembre 2020 Abiy Ahmed annuncia l’inizio delle operazioni militari nello stato settentrionale del Tigrai, dov’è stato proclamato lo stato d’emergenza per sei mesi. L’offensiva è presentata come una risposta a un presunto attacco, sferrato dalle forze armate legate al partito al potere nel Tigrai, il Fronte popolare di liberazione del Tigrai (Tplf), contro la base del Comando settentrionale dell’esercito federale a Mekelle, la capitale di questo stato. Abiy per giustificare l’attacco contro questa regione, che ospita più di cinque milioni di abitanti, in maggioranza tigrini, usa toni bellicosi e gravi. Il risultato è che nella regione del Tigrai, è in corso una vera guerra, con lo spiegamento di mezzi blindati, aerei e decine di migliaia di soldati; guerra che provoca la fuga di almeno 30mila persone verso il vicino Sudan.

Profughi sfollati e rifugiati
Nei rapporti statistici dell’UNHCR le richieste d’asilo presentate da cittadini etiopi nei 44 paesi industrializzati sono pressoché costanti, anche se rivelante è lo scarto tra il 2007 e il 2008 che ha segnato un forte incremento delle domande.

Bibliografia, linkografia, filmografia

www.ecoi.net.
www.unhcr.com
Teza di Haile Gerima (2008) fiction, 140′

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