Refugees’ lockdown 2020-2021: “Rifugiati e richiedenti asilo, dite la vostra con foto e video!”

L’invito è rivolto dal Laboratorio di sociologia visuale dell’Università di Genova, dall’associazione Oblò e dall’archivio fotografico Controluce, che progettano di costruire un archivio visuale di esperienze di vita nei centri d’accoglienza durante la pandemia e un’opera d’arte collettiva. I materiali possono essere inviati entro il 31 maggio.

«Partecipa alla creazione di un archivio visuale di esperienze di vita e a un’opera artistica collettiva inviandoci fotografie, illustrazioni e video relativi all’esperienza della pandemia». Questo singolare invito è rivolto ai rifugiati e ai richiedenti asilo che hanno vissuto per almeno un mese nelle strutture del SIPROIMI o nei CAS durante il 2020 oppure nei primi tre mesi del 2021.

«Non ci interessano le foto e i racconti per immagini della malattia, ci interessano di più i materiali che raccontano la vita nelle comunità di accoglienza durante il lockdown, le amicizie, le aspirazioni, i ritmi quotidiani, le paure, le restrizioni, le libertà», spiegano gli organizzatori, cioè il Laboratorio di sociologia visuale dell’Università di Genova, l’associazione Oblò e l’archivio fotografico Controluce.

Per partecipare all’iniziativa Refugees’ lockdown, parla con le immagini c’è tempo fino al prossimo 31 maggio. Sul sito www.refugeeslockdown.com si trovano la domanda di partecipazione e il modulo di liberatoria. Gli iscritti saranno poi contattati dagli organizzatori, che daranno tutte le informazioni necessarie per l’invio dei materiali.

«Potranno essere realizzati brevi video o un documentario più articolato, una mostra fotografica, un sito Internet o un libro, a seconda del materiale ricevuto. Tutti i materiali saranno esposti in una galleria virtuale sul sito dell’iniziativa, e una selezione sarà utilizzata per la creazione dell’opera collettiva. Gli autori dei materiali selezionati saranno considerati co-autori».