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Alle frontiere esterne dell’UE sono stati registrati nel 2022 330 mila attraversamenti “irregolari” da parte di migranti e rifugiati. L’Europa risponde con i “muri” e con progetti e proposte della Commissione UE che autorizzerebbero gli Stati ad adottare deroghe alle procedure e alle normali garanzie in materia di protezione internazionale.

Gli attraversamenti “irregolari” alle frontiere esterne dell’UE registrati fra i posti di frontiera controllati (anni 2015-2022, fonte Frontex 2023).

 

Sono circa 330 mila gli attraversamenti “irregolari” di migranti e rifugiati registrati nel 2022 alle frontiere esterne dell’UE, attuati soprattutto da cittadini siriani, afghani e tunisini. Il dato è in crescita rispetto al 2021 e al 2020. Testimonia, fin sulle soglie della “casa comune europea”, come la piaga dello sradicamento forzato planetario si stia allargando (anche se, come è noto, su scala globale sette rifugiati su 10 rimangono ospiti dei Paesi immediatamente confinanti con quelli di fuga, mentre gli sfollati interni hanno raggiunto alla metà del ’22 una stima agghiacciante di 60 milioni di persone).  

Su una scala temporale un poco più ampia, come evidenzia il grafico che riportiamo qui sopra, la cifra di 330 mila attraversamenti ancora una volta è inferiore a quella del 2016, oltre naturalmente a quella del 2015. Il numero non tiene conto dei 13 milioni di attraversamenti compiuti da persone in fuga dall’Ucraina a partire dal 24 febbraio: 39 volte tanti. Anche se a occupare il “dibattito” politico e mediatico sulle migrazioni sono praticamente solo e sempre loro, i 330 mila.

Se si considerano le “rotte” migratorie principali, quella che l’anno scorso ha registrato il maggior afflusso (stiamo citando dati ancora provvisori dell’agenzia Frontex) è la via di terra dei Balcani occidentali con 145.600 attraversamenti (+ 136% rispetto al 2021).

A distanza segue la rotta del Mediterraneo centrale verso Italia e Malta con 102.500 attraversamenti (+ 51%; ma solo in queste acque si piangono almeno 1.377 morti e dispersi, mentre 24.700 persone sono state intercettate dalle “guardie costiere” di Libia: entrambi sono dati OIM), e il Mediterraneo orientale con 42.800 (+ 108%; ma l’osservatorio indipendente Aegean Boat Report denuncia che, nell’anno, ben 26.100 migranti e rifugiati sono stati respinti sommariamente e illegalmente verso la Turchia, il doppio del 2021).

Risultano in netta flessione sia l’itinerario atlantico verso le Canarie, con 15.500 attraversamenti (-31%; però nell’ultimo periodo, secondo il report asilo 2022 della Fondazione Migrantes, questa rotta si è rivelata persino più letale di quella centro-mediterranea per morti e dispersi in rapporto agli arrivi), sia il settore del Mediterraneo occidentale, dove gli attraversamenti “irregolari” sono stati 14.600 (-21%). Poco più di 6.000, invece, gli attraversamenti segnalati sulla militarizzata frontiera di terra orientale, in particolare quella con la Bielorussia; anche qui nel ’22 si è osservato un netto calo, – 25% in rapporto al ’21.

In aggiunta, sono quasi 71.100 gli attraversamenti registrati nell’ultimo anno sulla Manica veso l’Inghilterra, con un aumento del 37%.

… e prossimo futuro: quel ritorno di muri e confini

«La proliferazione dei muri – ben 18 eretti negli ultimi anni in Europa – solleva molte problematiche giuridiche in materia di rispetto dei diritti fondamentali. Anche se va riconosciuto che la Commissione Europea si è opposta alle richieste di diversi Stati membri di poter utilizzare fondi dell’Unione per la costruzione dei muri di confine, l’operato della Commissione su una delle più grandi questioni politiche che dilaniano l’Europa è stato debole o inesistente».

Lo scrive l’esperto di migrazioni e presidente dell’ICS (Consorzio italiano di solidarietà) Gianfranco Schiavone nel report su Il diritto d’asilo 2022 della Fondazione Migrantes. Nel suo contributo, dal titolo Il ritorno dei muri e dei confini nell’Europa di oggi, Schiavone analizza anche i progetti e le proposte della Commissione UE guidata da Ursula von der Leyen, che arrivano «a lambire il tema dei controlli alle frontiere interne, puntando ad attuare una vera e propria rinascita degli accordi di riammissione tra Stati UE quali strumenti ordinari per individuare alle frontiere interne gli stranieri in posizione irregolare e rinviarli nello Stato membro da cui provenivano, che dovrebbe occuparsi del loro rimpatrio».  

La Commissione vorrebbe autorizzare gli Stati ad adottare una vasta gamma di ampie deroghe alle procedure e alle normali garanzie in materia di protezione internazionale. Ma «l’evidente irrazionalità di alcune delle proposte avanzate dalla Commissione, unitamente alla visione complessiva che le sorregge, è segno inquietante di un’involuzione del processo di costruzione del sistema comune di asilo nell’UE».

Gli attraversamenti “irregolari” alle frontiere esterne dell’UE registrati sulle “rotte” principali (anno 2022, fonte Frontex 2023).

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