Il sì della Corte costituzionale è arrivato ieri. Il comitato promotore: «Rendere effettiva la partecipazione diretta è un’occasione preziosa per arginare la crisi della democrazia a cui assistiamo. Dunque, chiediamo che la consultazione si svolga in concomitanza con le altre elezioni amministrative e regionali, in una data che faciliti la partecipazione, che sia garantita l’informazione come previsto dalla legge e che non si ricorra a nessun escamotage per cancellare dal dibattito pubblico questo appuntamento».
«La nostra gioia in questo momento è immensa: stiamo facendo la storia. Abbiamo la reale possibilità di cambiare in meglio il volto del nostro Paese. Vogliamo ringraziare ogni singola persona che ci ha permesso di arrivare fin qui: dai rappresentanti delle 75 associazioni e partiti che hanno aderito alla campagna, ai sindaci e alle sindache che l’hanno sostenuta, agli artisti e le artiste che hanno dato voce, fino a ogni singola persona delle oltre 637mila che hanno firmato, condiviso e rilanciato questo referendum».
Le parole, naturalmente, sono degli organizzatori del referendum cittadinanza, di cui la Corte costituzionale oggi ha stabilito l’ammissibilità.
«Il sì della Corte Costituzionale oggi rappresenta l’uscita da uno stallo che dura da oltre 30 anni, ed è un messaggio forte per la nostra stessa democrazia: i cittadini possono creare occasioni di cambiamento concreto quando istituzioni immobili non intervengono su temi decisivi».
Per il comitato promotore dell’iniziativa referendaria, la questione della riforma della cittadinanza riguarda il futuro e l’identità di tutto il Paese. Esso, quindi, fa appello alle istituzioni ad ogni livello affinché si adoperino perché l’affluenza al voto sia massima.
«Rendere effettiva la partecipazione diretta è un’occasione preziosa per arginare la crisi della democrazia a cui assistiamo – affermano ancora gli organizzatori del referendum -. Dunque, chiediamo che la consultazione si svolga in concomitanza con le altre elezioni amministrative e regionali, in una data che faciliti la partecipazione, che sia garantita l’informazione pubblica come previsto dalla legge e che non si ricorra a nessun escamotage per cancellare dal dibattito pubblico questo appuntamento».
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