Fra i segnali incoraggianti si registra la ripresa della crescita della popolazione straniera residente: sono 5.200.000 i cittadini stranieri regolarmente residenti al 1° gennaio 2022. D’altro canto, «l’analisi dei decessi nel primo anno della pandemia mostra un netto svantaggio a carico della popolazione di nazionalità straniera. Durante la crisi sanitaria centinaia di migliaia di persone, fra cui tanti immigrati, si sono trovate escluse dalle tutele, dai programmi di mitigazione e di prevenzione, dai ristori e, probabilmente, anche dalle future politiche di rilancio».
/wp-content/uploads/2022/10/sintesi-def.pdf
«I dati attestano sia lenti segnali di ripresa, sia criticità e fatiche dei cittadini italiani e stranieri, dovute a una scarsa attenzione delle politiche sociali verso le fasce più fragili della popolazione nel periodo culminante dell’emergenza sanitaria». Lo affermano nel loro primo rapporto annuale “post-pandemia” sull’immigrazione la Fondazione Migrantes e la Caritas Italiana.
Fra i segnali incoraggianti si registra, ad esempio, la ripresa della crescita della popolazione straniera residente in Italia: i dati al 1° gennaio 2022 parlano di 5.193.669 cittadini stranieri regolarmente residenti, cifra che segna una ripresa dallo scorso anno. Se si guarda ai permessi di soggiorno, in particolare si è registrata un’impennata dei motivi di lavoro, certamente come esito della procedura di sanatoria varata nel 2020. In crescita anche i provvedimenti di cittadinanza, 118 mila nel 2020, cioè un +4% dall’anno precedente.
Una popolazione (più) giovaneLa popolazione straniera ha una struttura più giovane di quella italiana: le ragazze e i ragazzi con meno di 18 anni rappresentano circa il 20% della popolazione e per ogni anziano (65 anni o più) ci sono più di tre giovanissimi di età compresa fra zero e 14 anni. I ragazzi nati in Italia da genitori stranieri (“seconde generazioni” in senso stretto) sono oltre un milione, e di questi il 22,7% ha acquisito la cittadinanza italiana; se ad essi aggiungiamo i nati all’estero, la compagine dei minori stranieri (fra nati in Italia, nati all’estero e naturalizzati) supera quota 1.300.000 e arriva a rappresentare il 13% del totale della popolazione residente in Italia con meno di 18 anni. |
Quegli eventi “sentinella”
D’altro canto, sintetizzano Caritas e Migrantes, «come tristemente anticipato nella scorsa edizione, l’analisi dei decessi nel primo anno della pandemia mostra un netto svantaggio a carico della popolazione di nazionalità straniera residente in Italia. Durante la crisi sanitaria centinaia di migliaia di persone, tra cui tanti immigrati, si sono trovate escluse dalle tutele, dai programmi di mitigazione e di prevenzione (ad esempio tamponi e vaccini), dai ristori e, probabilmente, anche dalle future politiche di rilancio».
Inoltre alcuni ambiti di tutela, in particolare quelli delle donne in gravidanza e i neonati, «sperimentano, indipendentemente dalla pandemia, un grave ritardo nei confronti della popolazione di cittadinanza italiana».
Avvertono i curatori del rapporto, che nel sottotitolo riprende l’ultimo messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato (Costruire il futuro con i migranti e i rifugiati): «Le disuguaglianze nei profili sanitari degli immigrati devono essere considerate degli eventi “sentinella” rispetto all’efficacia delle politiche di integrazione e segnalano l’urgenza di un miglioramento della capacità di presa in carico dei bisogni di salute dell’intera popolazione».
Ancora nessun commento, aggiungi il tuo qui sotto!