A Torino, mercoledì 3 luglio, si terrà l’aperitivo solidale destinato alla raccolta fondi per Tofan Wardak, il rifugiato afgano protagonista della vicenda del Kabul Kebab, finita su tutti i giornali della città. Scacciato dal palazzo di via Saluzzo 2 è ora alla ricerca di un nuovo locale, dove ricominciare un’altra volta.
Tofan è parte del Progetto San Paolo Non solo asilo 2: un progetto volto a favorire l’autonomia economica e sociale di un gruppo di quaranta rifugiati già accolti sul territorio piemontese. L’aperitivo di sostegno, che si terrà presso la Casa del Quartiere di San Salvario, è organizzato dal Coordinamento Non solo Asilo e dalla Cooperativa sociale O.r.so (clicca qui per aprire la locandina dell’iniziativa).
Di seguito si riporta la storia di Tofan, necessaria per capire le difficoltà che sta attraversando, per non accettare una società che esclude chi tenta una nuova vita e per non dimenticarsi mai di esserci in prima persona, anche solo partecipando a un aperitivo.
Tofan Wardak nasce nelle montagne afghane 24 anni fa. La guerra a Kabul e le persecuzioni telebane lo costringono a fuggire dal suo paese, e due anni fa riesce ad arrivare in Italia insieme a suo fratello Shahin. Sbarcato a Bari, raggiunge Torino dove, dopo un anno di permanenza, ottiene lo status di rifugiato politico. La crisi economica, il suo essere straniero, la difficoltà a parlare e capire bene l’italiano non aiutano Tofan nella faticosa ricerca di un lavoro. Ma Tofan e Shahin non si arrendono. […]Nasce così l’idea di aprire il primo locale kebab afghano in Italia: Kebab Kabul. Un piccolo spazio in via Saluzzo 2 […]. A febbraio 2013, finalmente Kabul Kebab apre i battenti. […] Nonostante gli sforzi però dopo poco iniziano i problemi: da una parte i condomini, dall’altra la proprietaria. Il condominio non dà il permesso di esporre l’insegna: inizialmente perché non sembra gradito il termine “Kabul”, poi perché il regolamento di condominio non prevede la destinazione di locali adibiti alla ristorazione (nonostante nello stesso palazzo ve ne fossero già 2!), infine a causa dell’odore di cucina che infastidisce i condomini. L’insegna resta coperta, ma nel frattempo diventa un simbolo: vicini, amici e sostenitori si mobilitano e organizzano due serate di sostegno a Tofan e Kebab Kabul.Ma le difficoltà non sono finite: complice la poca conoscenza dell’italiano e la fiducia data agli accordi verbali presi con la proprietaria, Tofan apre un locale privo di allacciamento del gas. […] Supportato dalla rete di Non Solo Asilo, Tofan e il suo avvocato cercano di trovare un rimedio alla situazione: la proprietaria si impegna a provvedere all’allacciamento del gas pena la sospensione del pagamento dell’affitto mensile. Ma nulla cambia, anzi il mancato pagamento dell’affitto da parte di Tofan produce un’ingiunzione di sfratto, da poche settimane esecutiva. Il mancato allacciamento del gas e l’impossibilità di esporre l’insegna danneggiano gravemente l’avvio del locale e la gestione del lavoro quotidiano, […]. Tofan non si arrende, ma a fronte dello sfratto esecutivo non può più restare in via Saluzzo 2. Kabul Kebab resta ma cambia indirizzo. Tofan si è già messo alla ricerca di un nuovo locale in cui trasferire la sua attività.
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Leggi il documento originale: kabul kebab_scheda-2
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