La vicenda di un giovane richiedente asilo sudanese assistito dall’associazione La Cimade. Una sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo ha stabilito che gli è stato negato il diritto a un effettivo ricorso dopo un diniego in prima istanza.
Sudanese del Darfur, 34 anni, I.M. aveva chiesto asilo in Francia mentre era trattenuto nel centro di detenzione amministrativa di Perpignan, nel 2009. La sua domanda era stata trattata con “procedura prioritaria” (procédure prioritaire): così prioritaria che aveva ricevuto un diniego appena rientrato dopo il suo colloquio con l’Ofpra, l’autorità francese per la protezione dei rifugiati. Nella procedura prioritaria il ricorso non sospende l’espulsione e I.M. ha potuto evitare di essere respinto in Sudan solo grazie a un appello d’urgenza alla Corte europea dei diritti dell’uomo, assistito da La Cimade, l’associazione di “solidarietà attiva” con sede a Parigi.
Ora, in questo mese di febbraio una sentenza della Corte di Strasburgo ha stabilito (benché sia ancora impugnabile) che a I.M. era stato negato il diritto a un ricorso effettivo in violazione di due articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo: l’articolo 13 appunto sul “diritto a un ricorso effettivo” e l’articolo 3 sulla proibizione di trattamenti inumani e degradanti, anche in considerazione dei rischi a cui il giovane sarebbe andato incontro in caso di deportazione in Sudan.
Nel frattempo I.M. ha vinto il suo ricorso e già nel febbraio 2011 la Cour nationale du droit d’asile gli ha accordato lo status di rifugiato, ma La Cimade, soddisfatta per la sentenza, oggi dichiara: “Ora è l’intera nostra procédure prioritaire a essere rimessa in discussione. La Cimade chiede ai poteri pubblici di modificare queste norme, facendo in modo che i ricorsi alla Cour nationale siano sospensivi dell’espulsione per tutti i richiedenti asilo”.
Inoltre, in attesa di questa modifica alla normativa La Cimade chiede al ministro dell’Interno di diramare ai prefetti indicazioni affinché le espulsioni oggi previste per i richiedenti asilo che hanno fatto ricorso contro un diniego in procédure prioritaire non vengano eseguite fino alla sentenza definitiva della Cour nationale.
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