Poche le tracce di rifugiati e di diritto d’asilo nei programmi dei partiti e delle coalizioni che si affronteranno alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio.
Rifugiati: what’s?, sembra chiedere stupita la politica italiana in corsa verso le politiche di febbraio. Del resto, faccenda “tecnica” e ostica, questo diritto d’asilo, già insidiosa in partenza: sempre extracomunitari sono, figurati se la gente capisce le differenze, anzi, figurati chi ha il tempo di studiarsele prima di un dibattito; e poi, sinceramente, l’argomento è già improponibile nei tempi di un’intervista radio, figuriamoci in quelli di una dichiarazione per il Tg della sera…
Eppure, è un fatto: il diritto d’asilo rimane un fantasma persino nei programmi elettorali dettagliati di partiti e coalizioni. Nonostante sia un tema d’attualità sempre più pressante (per l’ordine di grandezza sarebbe ridicolo parlare di “invasione”, ma l’Italia, mentre continua a essere priva di un’organica legge sull’asilo, negli ultimi anni ha visto crescere fra i suoi residenti i beneficiari di protezione internazionale, oggi oltre 58.000). E nonostante che il fallimento del nostro Paese nell’accogliere i suoi rifugiati, cioè «le persone cui ha garantito asilo secondo le proprie leggi», sia stato raccontato al mondo alla fine dello scorso dicembre ormai anche dal New York Times.
Abbiamo setacciato on line, a volte un po’ disorientati tra carte d’intenti, manifesti e documenti di segreteria», punti e proposte, compatti file pdf e labirintici link html, i programmi di partiti e coalizioni per le elezioni del 24 e 25 febbraio. E abbiamo trovato molti asili (nido, in propositi peraltro meritori) ma ben poche tracce di asilo e rifugiati.
Nelle coalizioni
Gli alleati Pdl e Lega Nord, con identiche espressioni, promettono nei loro programmi solo un «incremento della lotta per la legalità, per il contrasto ai fenomeni dell’immigrazione clandestina, della criminalità predatoria», il «rafforzamento» degli accordi bilaterali per i rimpatri e la «definizione» di accordi bilaterali per le pene detentive da scontare nei Paesi d’origine.
La “carta d’intenti” presentata nell’ottobre 2012 dall’alleanza Pd, Sel e Psi di Riccardo Nencini non va oltre la cittadinanza per i figli degli immigrati nati e cresciuti in Italia. Su politiche per l’immigrazione e dintorni non c’è altro, fatta eccezione per l’accenno a «un mondo in subbuglio» in cui «pace, cooperazione, accoglienza devono ispirare di nuovo l’agire politico», e per un riferimento alle barriere «a volte xenofobe» innalzate dalla destra populista in Europa. Di asilo però non si parla.
Niente pure nell’Agenda Monti, documento di riferimento della coalizione Scelta civica con Monti per l’Italia composta da Udc, Futuro e libertà per l’Italia ed esponenti della società civile (nell’Agenda compare, tuttavia, un riferimento alla cooperazione internazionale: «Occorre maggiore attenzione alle relazioni con i Paesi in via di sviluppo improntandole alla difesa della pace e alla solidarietà, allo sradicamento della povertà e dell’insicurezza alimentare. Per ovviare a risorse forzatamente limitate, va rafforzato il coordinamento delle politiche di cooperazione, mettendo a coerenza l’intero sistema di cooperazione italiano, pubblico, privato, territori e società civile»).
Niente nel programma della Rivoluzione civile di Ingroia, cui hanno aderito Italia dei valori, Verdi, Prc e Pdci. Vi si legge solo: «Contrastiamo ogni forma di razzismo e siamo per la cittadinanza di tutti i nati in Italia e per politiche migratorie accoglienti» e: «Va promossa la cooperazione internazionale e l’Europa deve svolgere un’azione di pace e disarmo in particolare nell’area mediterranea».
Niente nel programma del Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, per il quale la cittadinanza dev’essere «digitale per nascita» (ma dove, peraltro, ci si impegna almeno per l’insegnamento gratuito dell’italiano per gli stranieri).
E niente nel manifesto e nelle 10 proposte della lista solitaria Fare per fermare il declino di Oscar Giannino.
Nel programma dell’altrettanto solitaria Amnistia, giustizia e libertà (Radicali), centrata sui problemi della giustizia nel nostro Paese, c’è un unico riferimento, in negativo, alla legge “Bossi-Fini”: la 189/2002 «prevede il ricorso alla pena detentiva quale principale risposta ai problemi connessi al fenomeno dell’immigrazione clandestina», costituendo così una delle cause del sovraffollamento carcerario.
Partiti 1/ Chi cerca (qualcosa) trova
Abbiamo anche cercato nei programmi delle principali formazioni che fanno parte delle coalizioni. Nel Centrosinistra, cui ha aderito anche il Centro democratico di Bruno Tabacci, accennano al tema del diritto d’asilo solo i programmi di Sel e Psi. Grande assente il Pd. Sel: «Vogliamo che sia scritta la legge sui diritti di asilo, attuando in tal modo l’articolo 10 della Costituzione»; il partito denuncia anche la politica «classista e sicuritaria» che ha prodotto, tra l’altro, «la mortificazione dei richiedenti asilo». E il Psi di Nencini: «Il diritto d’asilo deve essere garantito secondo il dettato costituzionale [e] gli impegni internazionali dell’Italia. In questo modo si potrà combattere meglio e più efficacemente l’immigrazione clandestina di tipo criminale».
Nella coalizione Scelta civica con Monti, l’Udc non presenta sul proprio sito Internet programmi di partito per la prossima consultazione. Situazione analoga per Futuro e libertà (Fini); nel suo sito un Documento della segreteria si limita a citare in epigrafe, un po’ fuori tema nel paragrafo sulle politiche migratorie, l’art. 10 della Costituzione: «Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica secondo le condizioni stabilite dalla legge».
Sui loro spazi Web Verdi, Italia dei valori, Pdci e Prc rimandano esplicitamente, con link in evidenza, al programma di Rivoluzione civile.
Partiti 2/ Quelli che “combattono il problema”
Quanto alle forze principali del Centrodestra (oltre a Pdl e Lega, la Destra, Fratelli d’Italia, Grande Sud e Partito pensionati) si “tratta”, si fa per dire, di asilo solo nei 10 punti per l’Italia di domani della Destra di Storace. Qui, sotto il punto intitolato «Prima gli italiani poi gli stranieri», quello dove si afferma che «il problema dell’immigrazione va combattuto» (sic: “combattere”, il “problema”), si catalogano le spese per l’asilo politico fra quelle «esorbitanti» e «insostenibili» per il Paese.
Un accenno ai «profughi», per finire, nel documento programmatico in fieri di Fratelli d’Italia di La Russa, Meloni e Crosetto (che tra l’altro, caso unico nel Centrodestra, contempla la cittadinanza italiana per i ragazzi delle seconde generazioni che hanno completato la scuola dell’obbligo e dimostrano «piena integrazione»). Comunque, la riflessione sui profughi è questa: «Governare i flussi, controllare le frontiere, imporre il rispetto della legalità, è la strada per garantire accoglienza, integrazione, solidarietà. Una politica efficace cui il governo di centro-destra aveva dato corso è stata smontata solo dalla guerra in Libia e dalla primavera araba, che hanno generato una nuova ondata di profughi».
«Politica efficace», «smontata solo»: sarà. Perché signori, ognuno le cose le vede a modo suo.
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