A poco più di un mese dalle prossime elezioni politiche italiane del 24-25 febbraio, tre importanti organismi, l’Unhcr, il Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) e l’Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) hanno pubblicato separatamente una serie di “raccomandazioni”, richieste e proposte in tema di diritto d’asilo. Gli obiettivi di fondo: includere l’asilo e le politiche migratorie nei programmi dei partiti e lavorare su una concreta agenda di riforma nella prossima legislatura.
Le “raccomandazioni” dell’Unhcr sono raggruppate sotto il titolo dubitativo Italia Paese di protezione?, toccano sinteticamente 10 argomenti (accesso al territorio, procedura, trattenimento e rimpatrio, minori, accoglienza, integrazione, comunicazione, cittadinanza, apolidia e governance); e sono precedute da un’introduzione nella quale si legge fra l’altro: «In riferimento alla situazione del sistema asilo italiano, l’Unhcr ha [già] pubblicato nel luglio del 2012 un documento di raccomandazioni, indirizzato alle autorità italiane. Ad alcuni mesi di distanza corre l’obbligo di sottolineare l’involuzione del sistema d’asilo nel suo complesso, anche in ragione delle difficoltà poste dalla gestione della cosiddetta “emergenza Nord Africa”».
Il Cir in un comunicato dichiara di appoggiare le “raccomandazioni” dell’Unhcr. «Speriamo che con la prossima legislatura si raggiungano due obiettivi – afferma inoltre Christopher Hein, direttore del Cir -: l’elaborazione di una legge organica sull’asilo che finalmente dia corpo all’articolo 10 della Costituzione e l’introduzione di un programma nazionale di integrazione per i rifugiati. Come Cir siamo convinti che allo Stato Italiano una procedura d’asilo più snella, tempi più brevi per tutti gli iter burocratici e di conseguenza una durata più breve dell’accoglienza porterebbe a un’economia di spesa che potrebbe essere investita proprio per sviluppare un programma di integrazione». Per il momento, ha aggiunto Hein, «anche quest’anno, contrariamente alla legge, il fondo dell’Otto per mille a diretta gestione statale dedicato all’integrazione dei rifugiati e al ricongiungimento familiare, uno dei pochi fondi nazionali disponibili su questo tema, è stato cancellato e dedicato ad altri scopi. È la prova evidente che non si può aspettare oltre l’introduzione di un programma nazionale di integrazione che renda quelle che oggi sono possibilità e colpi di fortuna per pochi rifugiati presenti in Italia, diritti per tutti».
Il manifesto dell’Asgi, infine, affronta il diritto d’asilo al punto 5 della propria agenda in 10 punti che passa al setaccio le politiche migratorie nel loro complesso. Questa la sintesi del punto 5: «Assicurare l’effettivo esercizio del diritto d’asilo a tutte le frontiere, soprattutto quelle marittime. Definire un testo unico delle norme in materia di asilo. Garantire sempre ai richiedenti asilo un’accoglienza secondo gli standard dell’Ue, anche nelle cosiddette zone di sbarco, abolire gli attuali Centri di accoglienza per richiedenti Asilo (Cara). Limitare a ipotesi eccezionali il trattenimento dei richiedenti asilo. Riformare la composizione delle Commissioni territoriali e la disciplina della protezione umanitaria. Rendere automatico l’accesso al gratuito patrocinio e il diritto di restare in Italia (e di essere accolto) del richiedente asilo che ha presentato un ricorso innanzi all’Autorità giudiziaria».
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