L’abrogazione della protezione speciale, nuovi ostacoli per i ricongiungimenti familiari, l’azzeramento delle garanzie per gli stranieri in attesa di espulsione dai CPR e l’introduzione di una procedura d’asilo accelerata alle frontiere. Li prevedevano alcuni emendamenti presentati in commissione alla Camera nei lavori per la conversione del DL 1/2023. Per fortuna queste proposte di modifica sono state dichiarate inammissibili dai presidenti delle commissioni coinvolte. Il commento del Tavolo nazionale asilo e immigrazione.
Cancellazione della protezione speciale, più ostacoli per i ricongiungimenti familiari, l’azzeramento delle garanzie per gli stranieri in attesa di espulsione dai CPR (i centri di detenzione), l’introduzione di una procedura accelerata alle frontiere che punta a impedire di fatto l’accesso al diritto d’asilo.
Sembra incredibile, ma li prevedevano gli emendamenti presentati da alcuni parlamentari della maggioranza nelle commissioni congiunte Affari costituzionali e Trasporti della Camera e relativi al DDL C 750 di conversione del DL 1/2023. Per fortuna queste proposte di modifica sono state dichiarate inammissibili dai presidenti delle due Commissioni coinvolte.
Esprimendo sconcerto per gli emendamenti e soddisfazione per la decisione dei presidenti, gli organismi del TAI (il Tavolo nazionale asilo e immigrazione di cui fa parte anche la Fondazione Migrantes) spiegano che i primi «avrebbero peggiorato pesantemente la disciplina sull’immigrazione e il diritto d’asilo, restringendo gli spazi di ingresso legale e alimentando l’area di irregolarità».
Veleni per la democrazia
«Un tentativo per adesso fallito – commenta ancora il TAI – di ripristinare un approccio che distingue fra i richiedenti asilo e i titolari di protezione internazionale, nonostante le direttive europee e le convenzioni internazionali, considerando i primi come non aventi diritto e quindi da accogliere separatamente e senza che sia prevista alcuna attività di integrazione. Pensiamo che il nostro Paese non abbia alcuna necessità di alimentare irregolarità ed emarginazione, ma che al contrario si debba concentrare sull’assicurare canali legali di accesso e sul garantire una maggiore tutela e inclusione a coloro che cercano protezione sul territorio nazionale ed europeo».
Il Tavolo nazionale fa così appello al governo e al Parlamento «affinché si fermi immediatamente qualsiasi tentativo di portare indietro l’orologio della storia e dei diritti» e chiede l’abrogazione del DL 1/23: «Continueremo a mobilitarci attraverso tutti i canali disponibili in tutta Italia per dar voce a quella parte della società che non vuole arrendersi alla discriminazione e alla propaganda contro le persone migranti e contro quelle organizzazioni che si adoperano per la loro tutela. Una propaganda che rappresenta un veleno per la nostra democrazia».
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