«Ci sono tanti che continuano a fare onestamente il proprio dovere, a farsi prossimo, senza guardare al colore della pelle o al Paese di provenienza, ma solo al bisogno di chi hanno davanti…». Nel fine settimana si è svolto a Sacrofano il meeting “Comunità accoglienti: liberi dalla paura”, organizzato da Fondazione Migrantes, Caritas italiana e Centro Astalli. Una restituzione dei lavori di gruppo, a cui hanno partecipato circa 500 persone, sarà preparata e pubblicata nelle prossime settimane.
Quasi 600 persone da oltre 90 diocesi e, c’era da prevederlo, da ben 38 nazioni: famiglie, parrocchie, istituti religiosi e associazioni impegnate in percorsi di ospitalità con i migranti si sono dati appuntamento nel fine settimana per il meeting “Comunità accoglienti: liberi dalla paura”, organizzato a Sacrofano (Roma) da Fondazione Migrantes, Caritas italiana e Centro Astalli.
Dopo la messa con papa Francesco, i lavori del meeting sono stati introdotti da don Giovanni de Robertis, direttore della Migrantes: «Grazie a voi e a tutti coloro che nel nostro Paese, come ha detto recentemente il Santo Padre parlando al corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, “contribuiscono a tenere vivo quello spirito di solidarietà che ha lungamente contraddistinto l’Italia”».
«Oggi non è facile la vita di uno straniero in Italia – ha osservato poi don de Robertis -. Ma anche chi pratica la solidarietà sperimenta più spesso la diffidenza o l’ostilità di chi lo circonda piuttosto che l’approvazione», ha aggiunto don de Robertis.
Il direttore della Migrantes ha anche espresso la speranza che l’esempio delle realtà presenti al meeting sia «fonte di un rinnovato coraggio e liberi il nostro Paese da quelle paure che ci paralizzano e ci rendono cattivi». In Italia infatti «ci sono tanti, e voi qui ne siete solo una piccola parte, che continuano a vivere con umanità, a fare onestamente il proprio dovere, a farsi prossimo, senza guardare al colore della pelle o alla religione o al Paese di provenienza, ma solo al bisogno di chi hanno davanti. Vogliamo dare voce a questa Italia».
Sabato 16 i lavori di gruppo su diverse tematiche hanno visto circa 500 partecipanti. Una restituzione delle esperienze e delle idee condivise durante la giornata sarà preparata e pubblicata nelle prossime settimane.
Papa Francesco: “Cose da annunciare sui tetti“«(…) “Liberi dalla paura” è proprio il tema scelto per questo vostro incontro. “Liberi dalla paura”. La paura è l’origine della schiavitù: gli israeliti preferirono diventare schiavi per paura. È anche l’origine di ogni dittatura, perché sulla paura del popolo cresce la violenza dei dittatori». «(…) Questo ripiegamento su sé stessi, segno di sconfitta, accresce il nostro timore verso gli “altri”, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri – che peraltro sono i privilegiati del Signore, come leggiamo in Mt 25. E questo si nota particolarmente oggi, di fronte all’arrivo di migranti e rifugiati che bussano alla nostra porta in cerca di protezione, sicurezza e un futuro migliore. È vero, il timore è legittimo, anche perché manca la preparazione a questo incontro. Lo dicevo l’anno scorso, in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato: “Non è facile entrare nella cultura altrui, mettersi nei panni di persone così diverse da noi, comprenderne i pensieri e le esperienze. E così, spesso, rinunciamo all’incontro con l’altro e alziamo barriere per difenderci”. Rinunciare a un incontro non è umano». «(…) Chi ha avuto la forza di lasciarsi liberare dalla paura, chi ha sperimentato la gioia di questo incontro è chiamato oggi ad annunciarlo sui tetti, apertamente, per aiutare altri a fare lo stesso, predisponendosi all’incontro con Cristo e la sua salvezza». dall’omelia di papa Francesco a Sacrofano, 15 febbraio 2019 |
“Qui la prova che la via dell’accoglienza è percorribile”«L’accoglienza appartiene all’essere umano, la mobilità appartiene all’essere umano. Nella misura in cui noi creiamo ponti, creiamo dei canali entro cui veicolare non soltanto questi spostamenti, ma anche rapporti umani» (mons. Francesco Soddu, direttore della Caritas italiana). «Parrocchie, comunità religiose e famiglie dimostrano come l’accoglienza, oltre a essere possibile, sia una via percorribile per il futuro del Paese» (p. Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli). «I migranti non sono coloro che vengono a rubare il lavoro e a portare il disagio. Sono coloro che vogliono, cercando una speranza nuova, costruire insieme a noi, una nuova società» (mons. Guerino di Tora, presidente della Fondazione Migrantes). dalle interviste realizzate al meeting di Sacrofano dall’agenzia SIR |
Sacrofano 2019, le testimonianze
Accolti e accoglienti, storie dell’altra Italia che vince la paura (Avvenire, 16 febbraio 2019)
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