Le restrizioni per la pandemia di COVID-19 hanno reso più difficile per i rifugiati raggiungere luoghi sicuri. Al culmine della prima “ondata”, in primavera, 168 Paesi del mondo hanno chiuso completamente o parzialmente le loro frontiere e 90 non hanno fatto alcuna eccezione per le persone in cerca di asilo. Ma intanto la popolazione in situazione di sradicamento forzato ha raggiunto gli 80 milioni. Meno 20% i rifugiati rientrati in patria nel 2020, e dimezzati i rifugiati accolti in reinsediamento nei Paesi più stabili e ricchi del pianeta. Il disastro umanitario nel Sahel, i dati chiave del rapporto Mid Year Trends 2020 dell’UNHCR. E una traccia per cercare di risalire alle cause di tutto questo.
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«Nonostante l’appello urgente di marzo del Segretario Generale delle Nazioni Unite per un cessate-il-fuoco globale per far fronte alla pandemia, i conflitti e le persecuzioni sono continuati. Le violenze in Siria, Repubblica Democratica del Congo, Mozambico, Somalia e Yemen hanno causato nuove migrazioni forzate nella prima metà del 2020. Nuovi significativi movimenti migratori forzati sono stati registrati, in Africa, anche nella regione del Sahel centrale, dove i civili sono sottoposti a violenze brutali, fra cui stupri ed esecuzioni».
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L’UNHCR descrive nel nuovo rapporto Mid Year Trends 2020 gli ultimi sviluppi di un fallimento globale: fallimento di tutti, dalle stesse agenzie umanitarie alle istituzioni internazionali, ai governi del Nord e del Sud del mondo, e dovuto solo in parte alla pandemia.
Alla metà del 2020 il numero totale di persone in situazione di sradicamento forzato dopo essere state costrette a fuggire dalla loro case o dalla loro terra è cresciuto ancora: dai 79,5 milioni di fine 2019 agli 80 di fine giugno: 26, 4 milioni di rifugiati (20,7 sotto mandato UNHCR e 5,7 sotto mandato UNRWA), 45,7 milioni di sfollati interni (dato per ora aggiornato solo a fine 2019), 4,2 milioni di richiedenti asilo e 3,6 milioni di venezuelani dispersi all’estero.
A parte, l’agenzia ONU per i rifugiati stima la presenza globale di almeno 4,2 milioni di apolidi, un dato che si limita alle segnalazioni di appena 79 Paesi.
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COVID-19: frontiere sbarrate anche per chi cerca protezione
«Le persone costrette a fuggire hanno subito per il COVID-19 ulteriori difficoltà nella protezione e negli aiuti, al culmine dell’emergenza sanitaria globale», sottolinea l’UNHCR.
Alcune delle misure per frenare la pandemia hanno reso più difficile per i rifugiati raggiungere luoghi sicuri. Al culmine della prima ondata, ad aprile, 168 Paesi hanno chiuso completamente o parzialmente le loro frontiere e 90 non hanno fatto alcuna eccezione per le persone in cerca di asilo.
Le soluzioni durature? “Possono attendere…”
Fonte: UNHCR, Mid Year Trends 2020 e Global Resettlement Needs 2021. |
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Dietro le cifre, le cause
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