Ci abbiamo provato ma è impossibile, in questi giorni, tener dietro alle notizie, ai numeri e alle testimonianze sui naufragi e i soccorsi nel Mediterraneo. In parallelo si srotolano le dichiarazioni e, più di rado, i ragionamenti…
C’è chi va alla guerra dicendosi pronto a occupare «gli alberghi» destinati ai «presunti profughi». E chi cerca di descrivere le cose come stanno e quello che ci attende, senza illudere né spaventare. A rischio di sembrare un rivoluzionario, anche se è un prefetto.
«Quest’anno – ha avvertito qualche giorno fa Mario Morcone, capo del dipartimento Libertà civili e immigrazione del ministero dell’Interno (fonti Ansa e Cir) – vivremo una grande difficoltà» sul versante dell’immigrazione, che «dovremo affrontare in maniera civile, con la partecipazione di chi ha il governo dei territori. La nostra forza sono il sistema Sprar, che offre una qualità diversa dall’accoglienza generica ma riguarda solo 500 comuni su 8.092, e il terzo settore e le fondazioni». Il 50% dei migranti in carico al sistema di accoglienza è concentrato nelle cinque regioni del Sud, anche se «quelli che strillano sono altri».
Secondo il prefetto Morcone, è necessario puntare sull’attuazione degli accordi già esistenti per una più equa distribuzione nelle regioni. Ma ora, subito, «bisogna mollare la presa sul tema dell’immigrazione nella battaglia politica e affrontare l’argomento su un tavolo di confronto più civile. Si avvicina l’appuntamento con le elezioni regionali che fa alzare la voce su queste questioni, spesso strumentalizzandole. Abbiamo fatto fatica a costruire negli anni una politica di immigrazione e integrazione, perché non porta al consenso, e quindi ci si impegna poco».
SPRAR & Comuni, Migrantes: “L’asilo fa parte del welfare!” “Sarebbe fondamentale, anche per le emergenze ambientali e altre occasioni, avere un sistema di prima e seconda accoglienza molto più strutturato, e che dai 450 comuni attuali si estenda a tutti gli 8.000 Comuni italiani. Non si può tollerare che un Comune possa decidere di accogliere o non accogliere un richiedente asilo: sarebbe come decidere di sostenere o meno un anziano non autosufficiente o un minore non accompagnato. Il dovere della tutela del diritto d’asilo deve far parte del nostro welfare” (mons. Giancarlo Perego, direttore della Fondazione Migrantes, 13 aprile 2015). |
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