Negli stessi giorni in cui tanto si discute su chi subentrerà in Quirinale ritorna in Parlamento il testo di legge che nel 2017 Mattarella ha rinviato alle Camere (prima e unica volta in tutto il suo mandato presidenziale):il testo bloccato prevedeva un comma che funzionava da salva-banche e salva-finanziatori, soggetti che non sarebbero stati sanzionati in caso avessero finanziato aziende produttrici di mine anti-uomo e bombe a grappolo.
A tornare in Parlamento è il testo contenente ‘Misure per contrastare il finanziament odelle imprese produttrici di mine antipersona, di munizioni e submunizioni a grappolo’ che introduce il «divieto totale» del finanziamento a qualsiasi titolo delle aziende che producono mine anti-uomo e bombe a grappolo da parte di banche, intermediari finanziari o fondi pensione. Legge virtuosa e di grande importanza che però nascondeva un cavillo, colto dal Presidente della Repubblica Mattarella che non ha esitato a rimandare la legge al vaglio delle Camere.
Il Quirinale ha infatti segnalato che l’articolo 6, comma 2, della normativa in esame, contrastava con l’articolo 3 della Costituzione che vieta ogni irragionevole disparità di trattamento fra soggetti rispetto alla medesima condotta. Chi sarebbe stato trattato diversamente, grazie all’esclusione della sanzione penale, sarebbero stati soggetti aventi ruoli apicali e di controllo (per esempio i vertici degli istituti bancari, delle società di intermediazione finanziaria e degli altri intermediari abilitati). In altre parole l’articolo 6, comma 2, salvava le banche e i grandi finanziatori che non sarebbero incappati in nessuna sanzione nonostante il finanziamento ad aziende produttrici di mine anti-uomo.
Il Senato ha impiegato quasi 2 anni per recepire le indicazioni del Quirinale sanando il vulnus costituzionale aggiungendo le parole “Salvo che il fatto costituisca reato” al sopracitato articolo 6 ma le lungaggini si sono succedute e, a suon di rilievi e di obiezioni tecniche, si è arrivati a novembre 2021.
La legge potrebbe andare in aula, per l’approvazione definitiva, entro la settimana e cioè entro il 4 dicembre ma il cammino non è lineare. Come ha detto Giuseppe Schiavello, responsabile italiano della Campagna antimine a Cittanuova.it, esiste un «forte disagio e preoccupazione per come è stato ostacolata questa proposta di legge».
Bisogna restare vigili e in attesa per valutare se il Parlamento si dimostrerà in grado di seguire le indicazioni di Mattarella e arrivare a una legge chiara e trasparente per contrastare seriamente le impresi produttrici di mine anti-uomo e di munizioni a grappolo.
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