La Somalia sta tentando con l’insediamento del nuovo parlamento di rieleggere un presidente. Ma la popolazione non smette di scappare, di trovare rifugio in occidente o di morire in mare. Ecco la storia di Mo e di Saamiya. Ai giochi olimpici di Londra 2012 uno dei protagonisti indiscussi è stato Mohammed – detto “Mo” – Farah, cittadino britannico di origine somala (nato a Mogadiscio nel 1983), arrivato in Gran Bretagna all’età di 8 anni grazie alla pratica del ricongiungimento familiare. Mo Farah nell’ultimo mese è diventato un’icona e una gloria nazionale, salendo per due volte la pedana olimpica al gradino più alto, conquistando due ori per il suo Paese di adozione. Un re dell’atletica proveniente da un Paese in guerra da tanti anni, tuttora instabile politicamente e dove quotidianamente la gente cerca una via di fuga e di salvezza.
La cercava anche Saamiya Yusuf Omar, anche lei atleta, corritrice olimpica e portabandiere che ha presenziato ai giochi di Pechino del 2008 e che quest’estate ha perso la vita annegando nel Mediterraneo mentre tentava di raggiungere l’Italia dalla Libia. Lo ha denunciato la scrittrice italiana di origine somala Igiaba Scego, in un articolo comparso sul blog Pubblico e che ha ripreso le parole di Abdi Bile, gloria somala, anche lui corridore e anche lui campione negli anni ’80 nell’atletica mondiale. Abdi Bile al comitato olimpico londinese riunito per parlare solo di medaglie, vittorie e festeggiamenti chiede conto di Saamiya, del destino di tanti somali sulle carrette del mare e della necessità di denunciare per non dimenticare. Nessuno ricorda quella ragazza, classe 1991, arrivata ultima a Pechino nei 200 metri. A cosa servirà ormai la sua elevazione, per poche ore, a regina della cronaca per la sua ingiusta morte?
E intanto la Somalia ha ottenuto dall’ONU la concessione a posticipare l’elezione del nuovo presidente del Paese. Sarebbe dovuto essere eletto il 20 agosto 2012 ma il governo di transizione non è riuscito a rispettare i tempi nonostante che 215 membri del parlamento su 275 abbiano giurato fedeltà. In lizza ci sono anche due donne: Amal Abdi Ibrahim e Asha Ahmed Abdalla.
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