Al Forte di Bard in Val d’Aosta è in corso una mostra che si riallaccia all’Appello planetario per la resilienza ai cambiamenti climatici, il cui primo firmatario è papa Francesco. La mostra, nata dalla collaborazione tra il Forte di Bard e l’Agence France-Presse (AFP), analizza e documenta per la prima volta il fenomeno dei migranti climatici mentre l’appello denuncia e chiama chi ci governa a intervenire senza indugi. Filo rosso di entrambe le azioni è il cambiamento climatico e i cosiddetti migranti climatici.
Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato e il 2024 potrebbe essere l’anno in cui verrà superata per un lungo periodo la soglia simbolica di 1.5 gradi di riscaldamento globale della Terra. Gli eventi meteorologici estremi stanno avendo conseguenze sempre più gravi e drammatiche e a farne le spese in prima persona sono le popolazioni più fragili del pianeta. Per questi dati un gruppo internazionale di ricercatori, leader religiosi, politici e capi di città, Paesi, governatorati e province si sono riuniti a maggio in un vertice dalla Pontificia Accademia delle Scienze e dalla Pontificia Accademia delle Scienze Sociali e hanno redatto un documento di denuncia.
L’Appello planetario all’azione per la resilienza ai cambiamenti climatici denuncia che: “Entro il 2050, i migranti climatici all’interno dei propri Paesi oppure all’estero potrebbero arrivare a oltre un miliardo, visto che tre miliardi e seicento milioni di persone vivono in aree altamente sensibili agli effetti del cambiamento climatico.” Infatti il miliardo più ricco del nostro pianeta contribuisce per oltre il 50% agli inquinanti che intrappolano il calore, contro i tre miliardi più poveri che contribuiscono per meno del 10%, ma subiscono il 75% delle perdite.
L’appello definisce “l’inazione umana di fronte al rapido cambiamento climatico immorale” e afferma che i progressi che potrebbbero esserci sono ostacolati da una crescente disinformazione. È proprio nel tentativo di andare in controtendenza, a questa situazione generale, che si inserisce il progetto espositivo inedito del Forte di Bard e AFP, curato da Pierre Fernandez. Con le 80 fotografie del percorso “Non c’è più tempo” non si vuole limitarsi a presentare un’istantanea sulle diverse emergenze climatiche mondiali ma a promuovere una vera e propria azione di sensibilizzazione su tematiche non più rinviabili e che coinvolgono tutti.
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