Sulle nuove norme, un gruppo di “network” europei fra cui Caritas Europa, Ecre, Save the Children, Amnesty International e Jesuit refugee service smorza gli entusiasmi: «Il “Common European Asylum System” basato su standard elevati e procedure simili in tutti i Paesi membri previsto fin dal programma di Stoccolma del 2009 è ancora ben lungi dall’essere una realtà, tanto che il vero lavoro inizia solo ora».
«Nuove regole che stabiliscono le procedure comuni per la gestione delle domande di asilo e diritti di base per i richiedenti asilo che arrivano nell’Ue. Il regime europeo comune bloccherà anche i trasferimenti di richiedenti asilo verso gli Stati membri che non sono in grado di garantire loro condizioni di vita dignitose…».
Così il Parlamento europeo di Strasburgo ha annunciato l’ultima votazione sul nuovo “pacchetto asilo” dell’Ue, calendarizzata per oggi dopo cinque anni di trattative (e di ritardi).
Sui testi normativi che saranno approvati, un gruppo di “network” europei impegnati sul tema del diritto d’asilo, che comprende tra i firmatari Caritas Europa, Ecre, Save the Children, Amnesty International e Jesuit refugee service, ha diffuso in questi giorni una dichiarazione congiunta che smorza eventuali entusiasmi, sottolineando come il “Common European Asylum System” basato su «standard elevati» e «procedure simili» in tutti i Paesi membri previsto fin dal programma di Stoccolma del 2009 è ancora «ben lungi dall’essere una realtà», tanto che «il vero lavoro inizia solo ora».
La dichiarazione delle Ong esprime inoltre preoccupazione per alcuni aspetti specifici del “pacchetto asilo” (detenzione, assistenza legale, garanzie procedurali per i gruppi vulnerabili e “regolamento Dublino”), pur riconoscendo miglioramenti su altri.
Allegato
La dichiarazione dei network europei (10 giugno 2013, in inglese, file .pdf)
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