Natale 2016. Jesolo, Matera, Reggio Emilia e molte altre realtà italiane hanno dedicato il presepe cittadino ai migranti e ai rifugiati. Dopo quello allestito ad Assisi nel 2015 in un barcone utilizzato per la traversata del Mediterraneo le iniziative per unire la tradizionale rappresentazione della natività al tema dei rifugiati si sono moltiplicate.
Jesolo ha allestito un presepe composto di sculture di sabbia e ha scelto di dedicare la scena principale del Presepe a tutte quelle persone che negli ultimi tempi stanno attraversando il mare per fuggire dalla guerra e raggiungere un posto sicuro. “La Sacra Famiglia di Nazareth è collocata infatti in una barca in procinto di giungere a riva, in memoria di quanti hanno perso la vita nella speranza di giungere in un posto migliore.”
A Matera invece i rifugiati sono in scena. Fino al 7 gennaio, si può visitare nella città dei sassi, il più grande presepe vivente del mondo, animato da circa 450 figuranti tra cui numerosi migranti coordinati dai volontari delle associazioni locali. La particolarità di questo presepe è che gli oltre 80 costumi di scena, sono stati messi a disposizione dalla cooperativa “Made in Carcere” e realizzati con tessuti riciclati destinati al macero dalle detenute di Borgo San Nicola e Trani.
Reggio Emilia invece dedica la raccolta fondi associata al presepe alla Campagna AVSI 2016-2017 dal titolo “#RifugiatiMigranti. A lavoro per cambiare passo”, dove gli spettatori potranno contribuire alla raccolta fondi. Le risorse saranno destinate alla realizzazione di progetti di formazione al lavoro e sostegno di rifugiati e migranti dall’Africa fino all’Italia, passando per il Medio Oriente.
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