Secondo una prima versione dell’aggiornamento statistico mensile del Viminale sulle richieste d’asilo e le decisioni di febbraio, le concessioni di protezione umanitaria sarebbero tornate a livelli pre-decreto immigrazione e sicurezza (il «28%» di tutte le decisioni emesse nel mese). Ma si trattava purtroppo di un errore, oggi corretto: il dato esatto è un risibile 2%, record minimo assoluto già toccato a gennaio.
Il ministero dell’Interno ha diffuso il 12 marzo un errato aggiornamento statistico sugli esiti delle domande di protezione nel mese di febbraio, da cui risultava che le concessioni di protezione umanitaria avessero totalizzato il «28%» di tutte le domande esaminate e decise nel mese: un “incredibile” recupero rispetto al vero e proprio crollo che, come è noto, su esplicito input ministeriale la protezione umanitaria ha registrato sin da prima dell’entrata in vigore del decreto 113/2018 (il cosiddetto decreto immigrazione e sicurezza), precipitando a gennaio 2019 fino al 2% di tutte le decisioni emesse.
Per ritrovare il precedente di un 28% di protezioni umanitarie occorre infatti risalire al maggio 2018.
Oggi però il Viminale ha pubblicato la tabella corretta, che conferma il tracollo dell’umanitaria registrato nella seconda metà del ’18 (anche se, proprio alla voce “Protezione umanitaria” della tabella, con una nota non esattamente chiarificatrice di quanto avvenuto, v. sopra): questo status raccoglie come a gennaio appena il 2% di tutte le decisioni delle Commissioni territoriali, una percentuale che equivale ad appena 112 persone.
Alcuni, e la redazione di Vie di fuga con loro, avevano posto in relazione il «28%» di due giorni fa con la sentenza di Cassazione 4890/2019 (depositata il 19 febbraio ma emessa quasi un mese prima, il 23 gennaio), che ha stabilito come la sostanziale abrogazione del permesso di soggiorno per motivi umanitari sancita dal decreto sia applicabile solo ai richiedenti protezione che hanno fatto domanda dopo la sua entrata in vigore, cioè dopo il 5 ottobre dell’anno scorso. Nelle scorse settimane l’avvocato dell’ASGI Livio Neri intervistato da Altreconomia aveva commentato: «Spero che la pubblica amministrazione non voglia continuare a decidere come se non esistesse più la protezione umanitaria anche per chi ha fatto domanda prima… Perché tutti farebbero ricorso e tutti lo vincerebbero, fino appunto in Cassazione».
Evidentemente, abbiamo peccato tutti di ottimismo.
Intanto, i primi due mesi di questo 2019 hanno visto crescere ancora il record di dinieghi, passati dal 67% medio del 2018 all’83% e 82% di gennaio e febbraio.
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