Nel 2017 solo otto Paesi dell’UE su 28 hanno offerto una “performance” sopra la media per quanto riguarda l’indicatore dei benefici di protezione concessi per milione di abitanti. Fra loro c’è la Grecia ma non l’Italia. Intanto, le cifre Eurostat sulle richieste d’asilo fra il 2014 e il 2017 certificano l’indubbio “successo” dell’Unione Europea nel relegare fuori dai suoi confini l’emergenza umanitaria che continua a circondarla, in Libia, in Siria e altrove.
Nella “casa comune”
Secondo dati Eurostat ormai consolidati e disponibili dai giorni scorsi, nel 2017 hanno ottenuto protezione nella “casa comune” europea 1.050 richiedenti per milione di abitanti (vale a dire, in termini più intuitivi, uno ogni 1.000).
Se si guarda ai singoli Paesi membri dell’Unione, il dato è nettamente superiore alla media in Germania, con 3.945 accolti per milione di abitanti, in Austria, 3.865 per milione, e in Svezia, 3.125 per milione. Ma la media è superata anche in Lussemburgo (1.915 per milione), a Malta (1.770/milione, nonostante i numeri assoluti ovviamente minimi), a Cipro (1.520/milione), in Belgio (1.135/milione) e persino in Grecia (1.115/milione).
Molto sotto la media, invece, Paesi “importanti” come la Francia, con 605 decisioni positive per milione di abitanti, e il Regno Unito, con appena 240 decisioni positive per milione.
A livelli ancora più bassi i Paesi del “Gruppo di Visegrad”: l’Ungheria con 130 decisioni positive per milione di abitanti, la Repubblica Ceca e la Polonia con 15 per milione e la Slovacchia con 10 per milione (contro i primi tre, fra l’altro, nel ’17 la Commissione ha deciso di aprire una procedura di infrazione per aver violato gli obblighi sulla ricollocazione interna dei rifugiati). Del resto, a questi livelli troviamo sia tutti gli altri Paesi orientali, sia la Spagna, il Portogallo e l’Irlanda. Poco al di sopra la Danimarca, l’Olanda e la Finlandia.
L’Italia allo specchio dell’Europa
Anche nel nostro Paese, alla fine, il rapporto fra benefici “concessi” nel ’17 e numero di abitanti è nettamente inferiore alla media UE: 580 per milione di abitanti.
Ma pure il tasso di riconoscimento delle domande d’asilo in prima istanza, pari al 41%, si conferma sotto la media europea, pari al 46% (v. la tabella della news precedente). E precipita al 16% se si considera solo la concessione della protezione internazionale propriamente detta, cioè lo status di rifugiato e la protezione sussidiaria (lasciando cioè da parte la “residuale” e più debole protezione umanitaria): sotto questo indicatore la media europea è più che doppia (39%).
Forse per la prima volta il nostro Paese è riuscito a far avere ad Eurostat dati di una qualche attendibilità anche per l’istanza finale: qui nel 2017 ha avuto un esito positivo un quarto (26%) dei 12.500 richiedenti ricorrenti. Anche in questo caso il tasso di decisioni positive è nettamente inferiore alla media UE, il 36%.
Nell’anno, infine, i dati Eurostat danno 1.515 rifugiati reinsediati in Italia da Paesi terzi di primo asilo. Almeno qui, un buon risultato rispetto ai 1.045 reinsediati nel 2016, +50%.
UE, richieste di protezione ai livelli del 2014
(Fonte Eurostat 2018) |
Allegato
Esiti delle richieste d’asilo nell’UE nel 2017 (Eurostat, aprile 2018, file .pdf, in inglese)
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