I dati su richieste d’asilo ed esiti a tutto il 2016 in vari Paesi europei fra cui l’Italia rivelano difformità sempre più nette nella distribuzione dei rifugiati e persistenti disparità nei tassi di riconoscimento della protezione internazionale. Mentre i tassi di riconoscimento a chi è fuggito dall’Irak e dall’Afghanistan diminuiscono per il criterio della “internal flight alternative”…
Difformità sempre più nette nella distribuzione dei rifugiati in Europa e persistenti disparità nei tassi di riconoscimento della protezione internazionale: è quanto emerge dai primi dati sull’asilo a tutto il 2016 raccolti in vari Paesi dell’Unione Europea, in Norvegia e in Turchia dall’Asylum Information Database (AIDA).
Nell’anno passato il Paese dove sono state presentate più domande si conferma la Germania, con 745.545 richieste, ma di queste solo 280 mila riguardano nuovi arrivi: le altre, infatti, sono registrazioni formali di domande di protezione presentate nel 2015.
In seconda posizione fra i Paesi monitorati dall’AIDA, ma molto a distanza, troviamo l’Italia con 123.482 domande, seguita dalla Francia con 85.244. In quarta posizione la Turchia (66.167) e in quinta la Grecia, con un totale tutt’altro che trascurabile, data la situazione del Paese ellenico, di 51.091: circa il quadruplo rispetto al 2015.
42.073, invece, le richieste presentate in Austria (sesta posizione), la metà rispetto a quelle registrate nel 2015, l’anno dell'”esodo” lungo la rotta Balcanica.
Le nazionalità principali dei richiedenti si confermano quella siriana, afghana e irakena, malgrado alcuni Paesi d’arrivo ne vedano prevalere altre.
Spiacenti, “alternativa di via di scampo interna”…
Sempre nel 2016, i tassi generali di riconoscimento delle domande di protezione hanno registrato differenze inaccettabili, dal 77% della Svezia al 35% della vicina Finlandia. Molto basso anche il dato italiano, con il 39% scarso delle domande accolte.
Sono preoccupanti persino le discrepanze a riguardo di singoli Paesi di provenienza. Ad esempio, nel 2016 in Germania hanno ottenuto uno status di protezione il 70% dei richiedenti irakeni, ma il dato scende al 54% in Belgio e al 45% in Svezia, per precipitare al 18% in Norvegia.
I tassi di riconoscimento per i richiedenti asilo irakeni (2016) |
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Paese | N. di decisioni | Tasso di riconoscimento |
Germania | 68.562 | 70.2% |
Austria | 3.147 | 66.8% |
Grecia | – | 66.5% |
Belgio | 6.072 | 54.4% |
Svezia | 10.135 | 45% |
Finlandia | 16.308 | 24.1% |
Norvegia | 2.290 | 18.4% |
Fonte: AIDA 2017.
Osserva ancora l’AIDA: «L’UE si è impegnata ad assicurare una maggiore convergenza nelle decisioni sull’asilo, specialmente con la riforma dei requisiti secondo cui garantire protezione contenuta nella sua proposta di “Regolamento Qualifiche”. Questa proposta mira a obbligare gli Stati membri ad applicare la internal flight alternative (alternativa di via di scampo interna), in modo da rifiutare protezione a coloro che vengono ritenuti in grado di trovare riparo in altre zone del proprio Paese. E già nel 2016 l’applicazione di questo concetto ha prodotto una diminuzione dei tassi di riconoscimento ai richiedenti irakeni e afghani».
I tassi di riconoscimento per i richiedenti afghani (2015-2016) | ||
Paese | T. di riconoscimento 2015 | T. di riconoscimento 2016 |
Germania | 72.2% | 55.8% |
Austria | 78.4% | 56% |
Belgio | 77.3% | 59% |
Grecia | 60.5% | 48.8% |
Svezia | 54.5% | 45% |
Finlandia | 71.6% | 42.4% |
Norvegia | 82.2% | 30% |
Fonte: AIDA 2017.
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