Riguarderà quasi 3.000 volontari l’Avviso annunciato dal Governo per la presentazione di progetti nell’ambito del recente Protocollo d’intesa interministeriale per l’integrazione di giovani beneficiari di protezione internazionale e umanitaria attraverso il Servizio Civile.
*di Gabriella Gaetani
Alla fine di maggio è stato sottoscritto a Roma un Protocollo d’intesa con cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale, il Ministero dell’Interno e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali si sono impegnati a sviluppare azioni mirate a garantire percorsi di inserimento sociale ai titolari di protezione internazionale e umanitaria, attraverso attività di impegno civico nei progetti di Servizio Civile Nazionale.
Obiettivo principale del Protocollo è supportare l’autonomia dei titolari di protezione, migliorare la loro occupabilità e valorizzare le loro competenze.
Ha dichiarato il sottosegretario al Lavoro Luigi Bobba: “Il Protocollo costituisce un’occasione per cominciare a dare attuazione alla riforma del Servizio Civile universale che prevede la possibilità di svolgere il Servizio Civile anche per coloro che non sono cittadini italiani, ma che risiedono regolarmente sul nostro territorio. Rappresenta altresì una modalità di attuazione del Piano d’azione sull’integrazione dei cittadini dei Paesi terzi, promosso dalla Commissione europea il 7 giugno 2016, che prevede proprio il sostegno agli Stati membri nel processo di integrazione dei cittadini terzi e nella valorizzazione del contributo economico che apportano all’UE”.
“Ma ci sarebbe spazio anche per i richiedenti asilo…“
Già nel 2016 l’esponente ASGI (Associazione studi giuridici sull’immigrazione) Alberto Guariso, ma anche altre associazioni, si erano detti favorevoli ad aprire il Servizio Civile già ai richiedenti asilo, e non solo ai beneficiari di protezione: questo comporterebbe dei vantaggi sia per gli stessi richiedenti sia per la collettività. I richiedenti asilo possono già lavorare dopo due mesi dalla presentazione della domanda e quindi, trattandosi di volontariato e impegno civile (con un rimborso spese), eventuali problemi “tecnici” legati all’iter delle domande d’asilo potrebbero essere affrontati dagli enti tenendo conto della condizione particolare di coloro che richiedono protezione.
In attesa d'”avviso”
L’Avviso per la presentazione dei progetti nell’ambito del nuovo Protocollo d’intesa sarà emanato dal Dipartimento della Gioventù e riguarderà quasi 3.000 volontari. Rappresenterà un importante passo verso l’integrazione e l’attiva partecipazione di giovani rifugiati alla vita delle comunità in cui risiedono.
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