Oggi è (forse) cessate il fuoco nella martoriata provincia siriana di Idlib. Ma intanto un gruppo di associazioni ha organizzato per domenica un’iniziativa di testimonianza in Piazza San Pietro. Gli obiettivi: ringraziare papa Francesco, «l’unica autorità mondiale che ha ricordato il dramma dei civili di Idlib», e dimostrare al mondo che «il suo appello per questa umanità abbandonata e tradita non è caduto nel vuoto. Questi nostri fratelli e queste nostre sorelle non possono essere dimenticati».
«Avvertiamo il bisogno di ringraziare papa Francesco, l’unica autorità mondiale che ha ricordato il dramma dei civili di Idlib, nel nordovest della Siria. Siamo sconvolti dalle rare immagini di quei bambini assiderati, a volte da soli, a volte con i loro genitori o parenti. Da una parte sono costretti a fuggire dalla Siria verso la Turchia da bombardamenti a tappeto che violano le regole più elementari del diritto umanitario internazionale e dall’altra sono impediti a trovare salvezza da un muro invalicabile e a oggi non valicato».
È notizia delle ultime ore: nella provincia di Idlib è stato proclamato un cessate il fuoco mediato dalla Russia e dalla Turchia. Ma intanto le conseguenze umanitarie dei combattimenti fra esercito siriano appoggiato da Mosca e oppositori del regime di Damasco appoggiati da Ankara sono spaventose: è l’altra faccia della nuova ‘”emergenza” migranti che in questi giorni è esplosa sul confine greco-turco.
In questi giorni alcune associazioni e organismi laici, cristiani e musulmani hanno organizzato per domenica 8 marzo, giornata dedicata alle donne di tutto il mondo «e quindi anche alle madri di di Idlib», un gesto di testimonianza a Roma: «Un piccolo gruppo di noi nel rispetto di ogni misura di sicurezza (per la prevenzione del coronavirus, ndr) sarà in Piazza San Pietro. Ci incontreremo alle 11.15 davanti alla Sala stampa vaticana solo con una scritta, “per i dimenticati di Idlib”».
L'”emergenza” di Idlib va avanti da mesi. Si calcola che ormai siano almeno un milione gli esseri umani in fuga ammassati al confine turco, alcune stime parlano di un milione e 500 mila, in gran parte minori. «Se non si trovasse una soluzione – denunciano gli organizzatori dell’iniziativa di domenica – le operazioni militari raddoppieranno gli sfollati, per i quali non ci sono neanche tendopoli. Per tutti costoro ci sono soltanto due sottili corridoi umanitari aperti all’ONU per portare un po’ di genere di prima necessità: questo è inammissibile».
Affermano ancora le associazioni: «Avvertiamo dunque l’urgenza di manifestare la nostra gratitudine a papa Francesco e dimostrare al mondo che il suo appello per questa umanità abbandonata e tradita non è caduto nel vuoto. Questi nostri fratelli e queste nostre sorelle non possono essere dimenticati».
I promotori dell’iniziativa sono l’Assosciazione Giornalisti amici di padre Dall’Oglio, Amnesty International Italia, Articolo21, la Caritas Italiana, il Centro Astalli, la Comunità di Sant’Egidio, il Coordinamento dei Siriani Liberi di Milano, la FOCSIV (Federazione degli Organismi Cristiani servizio internazionale volontario), Siria Libera e Democratica, l’UCOII (Unione delle Comunità islamiche d’Italia), cui vanno aggiunte varie adesioni individuali.
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