Nella provincia di Cosenza gli enti locali e gli enti gestori dei progetti SPRAR hanno fondato un Coordinamento provinciale. Sottolineando, fra l’altro, l’importanza delle politiche di accoglienza e integrazione anche per la crescita culturale e la salvaguardia del tessuto sociale dei piccoli comuni calabresi.
Progetti SPRAR: insieme è meglio. La pensano così nel Cosentino, dove in questi mesi, con la firma di un protocollo, è nato il “Coordinamento provinciale dei Progetti SPRAR della provincia di Cosenza”.
Hanno preso parte al battesimo del Coordinamento gli enti locali e gli enti gestori dei progetti SPRAR attivi sul territorio provinciale: la Provincia di Cosenza, i Comuni di Acquaformosa, Cassano all’Ionio, Cerchiara, Cerzeto, Civita, Mendicino, Montalto Uffugo, Plataci, San Basile, San Sosti e Trebisacce, l’associazione culturale multietnica “La Kasbah” ONLUS, l’associazione Don Vincenzo Matrangolo, l’associazione CIDIS ONLUS, la cooperativa Senis Hospes, la cooperativa Il Delfino e la cooperativa Promidea.
Il Coordinamento intende avviare «un percorso condiviso, di miglioramento e armonizzazione dei servizi offerti a livello territoriale ai richiedenti asilo e rifugiati ospiti dei progetti di accoglienza e integrazione, mettendo in rete i comuni interessati. Accoglienza, alfabetizzazione, apprendimento della lingua italiana, tutela legale e sanitaria, accompagnamento e orientamento socio-economico, integrazione e (inter)cultura sono i tavoli tematici da attivare, al fine di delineare strategie di intervento condivise».
L’assessore ai Servizi sociali del Comune di Acquaformosa Giovanni Manoccio è stato eletto rappresentante effettivo enti locali del Coordinamento, mentre rappresentante supplente Alessandra De Rosa del Comune di Cosenza. Per gli enti gestori, invece, è stato eletto rappresentante effettivo Alessandro Gordano dell’associazione La Kasbah di Cosenza e supplente Debora La Rocca dell’associazione Cidis Onlus.
Durante l’incontro di fondazione è stata sottolineata, fra l’altro, l’importanza delle politiche di accoglienza e integrazione anche per la crescita culturale e la salvaguardia del tessuto sociale dei piccoli comuni calabresi.
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