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Archivio Tag: Approfondimenti

Convenzione di Ginevra: i cinque motivi a sostegno del fondato timore

I concetti-parametro in base ai quali lo status di rifugiato è concesso o rifiutato sono privi di una definizione giuridica univoca tanto in sede internazionale quanto nella legislazione italiana. Nessuno strumento giuridico internazionale contiene infatti una definizione di “asilo politico o territoriale”, di “persecuzione individuale” o di “rifugiato”. Ma almeno il fondato timore è individuato e analizzato. 

Je suis Raif Badawi

di Marco Anselmi L’attacco a Charlie Hebdo ha posto in maniera drammatica al centro dell’attenzione il tema della libertà di espressione e dei diritti inviolabili. E questo è un fatto importante. Ma le violazioni di tali diritti sono purtroppo una realtà assai più diffusa e quotidiana nel mondo. Per questo forse è bene ricordarsi anche di Raif Badawi. Raif Badawi è un blogger saudita condannato a dieci anni di carcere e a cinque mesi di frustate (cinquanta frustate ogni settimana per venti settimane) per aver creato un forum online in cui era possibile discutere di religione, cosa considerata un reato in Arabia Saudita e un’offesa all’Islam. Come i vignettisti di Charlie Hebdo, Badawi sta pagando per la sua volontà di non tacere e di raccontare e proprio per questo lo scorso 9 gennaio ha ricevuto le sue prime cinquanta frustate. La pena è stata somministrata in pubblico a Gedda dopo la preghiera del venerdì, all’esterno della moschea di al-Jafali. Le restanti frustate saranno eseguite nella stessa maniera e nello stesso luogo nei prossimi mesi. 1000 frustate d’opinione Tali notizie ci arrivano grazie al lavoro di Amnesty International che segue il caso del blogger dal giorno del suo arresto, il 17 giugno 2012. Da quel giorno Badawi è infatti detenuto nel carcere di Gedda per essere l’amministratore del sito web “Liberali dell’Arabia Saudita” per aver violato le leggi sulle comunicazioni elettroniche e aver offeso l’Islam. Il 30 luglio 2013 Badawi viene condannato in primo grado a sette anni di carcere e

Da “Mare Nostrum” a “Frontex Plus”

“Siamo entrati nella terza guerra mondiale”: sono queste la parole che solo poche settimana fa Papa Francesco ha pronunciato a proposito dei numerosi conflitti in atto nel mondo. Un’espressione forte, che non lascia dubbi e che interroga tutti sulle conseguenze di questa guerra “a pezzetti”.

Migrantes: aprire le porte delle nostre città

Anche le comunità cristiane stanno facendo e faranno ancora la loro parte nell’accoglienza di richiedenti asilo che stanno arrivando sul territorio italiano, ma certamente insieme allo Stato e agli enti locali. E’ un messaggio di apertura e accoglienza quello di Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.

Lettera aperta ai candidati al Parlamento europeo

E’ l’Europa il terreno in cui si gioca la partita dei diritti dei rifugiati politici. Le politiche, i finanziamenti, gli interventi sono decisi e concordati in quella sede e da quelle istituzioni, che si tratti di Frontex, del regolamento di Dublino o di direttive comunitarie. E’ allora necessario che queste elezioni europee del 25 maggio siano anche lo spazio di dibattito su questi temi. In questo senso alcune organizzazioni hanno deciso di prendere parola e hanno scritto un documento che si rivolge direttamente i candidati che, in tanti, si trovano ora in campagna elettorale.  “Gentile candidato – scrivono Fondazione Migrantes, Caritas italiana, Centro Astalli, Missio e Focsiv – (…) sulle migrazioni si confrontano chiaramente due idee di Europa…” . Da una parte, ricorda questa “lettera aperta”, esiste l’Europa xenofoba, gretta, impaurita, richiusa in se stessa: l’Europa dei muri e delle barriere, che vede, nei migranti la causa dell’attuale crisi. E’uno sguardo suicida che chiude il nostro continente in un declino demografico, sociale ed economico. Dall’altra parte però, si riconosce un’altra Europa “dinamica aperta e coraggiosa” nella quale i migranti hanno un ruolo di rilancio e di fermento.  In quale di queste “due Europe” si colloca il “gentile candidato” alla quale la lettera è indirizzata? Fondazione Migrantes, Caritas italiana, Centro Astalli, Missio e Focsiv fanno delle richieste precise ai quanti intendono essere eletti al Parlamento europeo, di qualunque schieramento siano. Chiedono di impegnarsi per misure di accoglienze rispettose dei diritti umani, la revisione del regolamento di Dublino, un ampliamento delle possibilità

Asgi: raccomandazioni per un’emergenza che non esiste

Emergenza: a ogni sbarco o arrivo di migranti sul territorio italiano questa parola risuona sui mezzi di comunicazione e nelle analisi politiche, ancora di più in questi giorni nei quali la campagna elettorale per le elezioni del Parlamento europeo sta entrando nel vivo. Affrontare il fenomeno delle persone in fuga dal proprio Paese sotto le lenti emergenziali rischia di essere un atteggiamento che non solo distorce la realtà, ma anche porta a una limitazione dei diritti umani.

Nasce la rete Europasilo: intervista a Gianfranco schiavone

di Jacopo Baron, Laura Mattana Gianfranco Schiavone, già fondatore nel 1991 del Consorzio italiano di solidarietà, segretario dell’ASGI e autore dello studio “Il Diritto alla Protezione” (2010), è stato testimone, per quanto riguarda il diritto d’asilo in Italia, di tutti i cambiamenti succedutisi dall’introduzione della legge Martelli a oggi, e di questi cambiamenti ha potuto saggiare la diversa portata attraverso un costante impegno sul territorio lavorando nella città di Trieste. Il 30 novembre, a Parma, lei interviene al convegno “Italia terra d’asilo”. Dal sottotitolo si evince che si parlerà anche di proposte concrete per migliorare il sistema d’asilo italiano. Cosa si può dire in proposito, accettato il fatto di una mancata armonizzazione a livello comunitario? Una precisazione: il convegno si concentrerà solo sul tema dell’aiuto all’inclusione sociale dei titolari di protezione, quindi su quella che possiamo chiamare seconda accoglienza e non sui richiedenti asilo. Detto ciò, la proposta è quella, già fatta in via informale ma molto precisa al governo nelle ultime settimane, di recepire la direttiva qualifiche rifusa negli articoli del capo settimo, in cui si parla appunto degli strumenti di inclusione sociale, e di recepirla attraverso un articolato che preveda delle misure concrete. In particolar modo la misura più importante che è stata suggerita è quella di prevedere un diritto all’accoglienza del titolare di protezione nel sistema Sprar – che comunque è, alla fine, il sistema più funzionante e diffuso – valido per il periodo immediatamente successivo al riconoscimento della protezione. Nella nostra proposta si prevede un anno di

Rifugiati: quando il malato viene da lontano

Esistono pregiudizi legati alla provenienza delle persone in ambito sanitario? E come si formano, nascono, si diffondono in questi contesti dedicati alla cura? Quando ciò accade il pregiudizio può causare dei danni anche alla salute (non riconoscimento di patologie, ritardo di intervento…)? Sono le domande che stanno alla base di “Fare la differenza – Forme di pregiudizio in ambito sanitario”, la tesi di Aurora Lo Bue, laureatasi in Antropologia culturale presso l’Università degli Studi di Torino.

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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