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Archivio Tag: Egitto

Asilo 2021: in Italia un piccolo atlante dei Paesi più insicuri

I primi dati completi per l’ultimo anno denunciano che la metà dei principali Paesi di fuga di chi cerca protezione nel nostro Paese si trovano nelle ultime posizioni dell'”indice di pace globale”. In Italia l’onda lunga del lontano disastro umanitario in Afghanistan (6.400 richiedenti protezione contro i 645 del 2020); ma anche i riflessi delle “emergenze diritti” sulla sponda Sud del Mediterraneo, in Tunisia (+ 590% di richiedenti) ed Egitto (+ 680%). In crescita la percentuale di esiti positivi per i richiedenti esaminati (44% nel ’21 contro il 25% nel ’20). Ma il nostro sistema di valutazione in quattro anni ha generato 202 mila “dinieghi”.

Tratta e sfruttamento: 130 i minori nei programmi di protezione

In Italia sono solo 130 i minori inseriti in programmi di protezione contro la tratta e lo sfruttamento fra il 2013 e questo 2015: per Save the Children è la punta d’iceberg di un fenomeno che rimane in gran parte sommerso, e che nel nostro Paese vede soprattutto a rischio ragazze nigeriane e ragazzi egiziani. Mentre continua a mancare all’appello il varo del Piano nazionale contro la tratta e il grave sfruttamento.

Egitto

APopolazione: 90.000.000 Capitale: Il Cairo L’Egitto è un paese che si pone a cavallo tra l’angolo nord-est del continente africano e il sud-ovest di quello asiatico attraverso la penisola del Sinai. Nel 1922 ottiene l’indipendenza dal Regno Unito. Politica recente Negli ultimi anni la situazione politica egiziana appare in continuo divenire. Punto di non ritorno è stato per l’Egitto, così come per altri paesi dell’area, la Primavera Araba. In Egitto, le prime proteste di piazza contro il regime autoritario, dell’allora presidente Hosni Mubarak, hanno luogo il 25 gennaio 2011. Mubarak era Presidente dell’Egitto dal 14 ottobre 1981 e il suo regime era caratterizzato da uno scarso rispetto per i diritti umani. Noti alle ONG erano infatti le restrizioni alla libertà di espressione e i casi di detenzione di oppositori pacifici. L’11 febbraio 2011 segna la fine dell’era del dittatore. Con l’arrivo dell’autunno 40 milioni di egiziani sono chiamati alle urne per la prima volta dopo la caduta di Mubarak. Le elezioni però fanno riesplodere la tensione nel Paese che scende di nuovo in piazza Tahrir a denunciare l’esercito di aver sequestrato il potere e blindato il risultato elettorale. Nella serie di eventi straordinari, cominciati nel febbraio 2011, si aggiunge l’elezione di Mohamed Morsi, nuovo presidente del Paese avvenuta a giugno 2012. Più di ottant’anni dopo la nascita dei Fratelli musulmani l’Egitto concede il potere a un partito islamico (finora appannaggio esclusivo dei militari). Morsi appartiene infatti ai Fratelli Musulmani. In realtà i militari al potere avrebbero preferito una vittoria del

Buon vicinato, cattiva trasparenza

L’Italia ha sottoscritto con Libia, Tunisia, Algeria ed Egitto 22 fra trattati, accordi, protocolli, addendum a protocolli, memorandum, “scambi di note” e “processi verbali” per la riammissione di migranti e la cooperazione di polizia. Ma di otto di questi documenti le nostre autorità non hanno reso pubblico il contenuto. Secondo un recente rapporto di ricerca sul “Diritto alla protezione” nel nostro Paese, questi accordi bilaterali «spesso assumono la forma di intese a carattere tecnico, sottratte a ogni controllo parlamentare, e non sempre sono pubblici, comportando un’importante mancanza di trasparenza».

Sbarchi 2013: quando a uccidere non è solo il mare

Come ogni estate la frontiera italiana della “fortezza Europa” ha prodotto le sue vittime, colpose o dolose che siano, in un contesto di sbarchi più numerosi rispetto all’anno precedente. In aumento anche le richieste d’asilo, per quanto, ancora una volta, con cifre inferiori rispetto ad altri Paesi dell’Unione europea.

I don’t speak very good, I dance better

di Silvia Ponzio I don’t speak very good, I dance better di Maged El Mahedy – Documentario – Egitto/Italia 2012 – 80’ Maged El Mahdi, già vincitore della settima edizione del Premio giornalistico internazionale “Gino Votano” per il miglior documentario 2009, si presenta alla 30a edizione del Torino Film Festival con un documentario degno della sua fama tanto da ricevere il Premio della Giuria di Italiana.Doc. Girato tra Roma e Il Cairo, il documentario inizia nel febbraio 2010. È un anno particolare per Maged: è la prima volta dopo decine di anni che nevica a Roma da quando è arrivato in Italia; è l’anno in cui riesce ad assistere allo spettacolo teatrale e musicale del suo idolo, il ballerino Mahmoud Reda (a cui si deve il titolo); è l’anno in cui riceve la telefonata di sua sorella che lo implora di tornare in Egitto perché loro fratello è malato e necessita di un trapianto di fegato ed è proprio qui che la vicenda familiare del regista si intreccia con le vicende di Piazza Tahir e con la scoperta dell’epidemia di epatite C che sta mettendo in ginocchio l’Egitto. Nel 2011, proprio mentre scoppia la rivoluzione, Maged si trova a Il Cairo, in un appartamento che si affaccia sulla piazza. Con una telecamera modesta inizia a registrare e a documentare tutto ciò vive e, senza cadere in uno stile documentario banale, lo spettatore è catapultato negli eventi. La telecamera di Maged si trasforma nei nostri occhi e iniziamo a osservare tutto ciò
I protagonisti: Mahmoud e Reem

Baad El Mawkeaa – After the Battle

Lui è un allevatore di cavalli che abita in un villaggio vicino alle piramidi e ha partecipato alla cosiddetta “battaglia dei cammelli”, l’attacco dei manifestanti in piazza Tahir da parte di uomini a cavallo sostenitori di Mubarak; lei è una donna in carriera, borghese, divorziata, militante della democrazia e dei diritti delle donne. Non si tratta del semplice incontro fra due persone ma fra i rappresentanti di due mondi diversi: l’idealismo e la realtà. Mahmoud è fortemente ancorato alla sua quotidianità, alla sua famiglia e non ha il lusso di poter agire secondo alti ideali. Deve piuttosto pensare a sfamare il suo cavallo e i suoi figli. Le proteste in piazza Tahir hanno causato la diminuzione del turismo alle piramidi, l’unica sua fonte di guadagno, e, non appena gli vengono fatte delle promesse, mai mantenute, di una vita migliore, accetta di scendere in piazza per difendere Mubarak . Ma viene ripreso dai cellulari e il suo volto diffuso tramite Youtube, per questo viene emarginato nel suo stesso paese e villaggio. Reem è mossa da grandi ideali di democrazia e uguaglianza sociale e con la sua presenza influenzerà notevolmente la vita di Mahmoud e della sua famiglia. Nel film è raccontato l’incontro/scontro fra due universi che sembrano inconciliabili, ma che finiranno per avvicinarsi notevolmente. Non si riusce a prendere una posizione netta perché le contraddizioni della rivoluzione e la realtà che deve vivere, o meglio sopportare, il popolo egiziano sono evidenti. L’unica pecca che si può rimproverare al regista egiziano Yousry Nasrallah

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

La vignetta

by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

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