P.M. e I.C, 25 e 27 ANNI, NIGERIANI, arrivano a Palermo nell’estate del 2014. Si incontrano per la prima volta a Torino, dove nascerà la loro amicizia condividendo la stessa casa assegnata ad entrambi da un progetto SPRAR… “Sono partito dalla Nigeria all’inizio di giugno 2014 e prima di arrivare in Italia ho attraversato il Niger e la Libia”, ci racconta P., mentre I. è scappato dal suo Paese nel febbraio 2014. Entrambi, di etnia esan, provengono dallo Stato di Edo, da due piccoli villaggi chiamati Ishan e Auchi, ma ad accomunarli non è solo questo. Ciò che li lega, infatti, è il motivo della fuga: entrambi sono fuggiti dalla Nigeria a causa degli attacchi e delle violenze di Boko Haram che stanno tragicamente colpendo la popolazione. Sono passati per il Niger per raggiungere poi la Libia viaggiando su camion e furgoni. Quella Libia impossibile I. ha lavorato qualche mese in Libia: “Ho fatto il muratore per cinque mesi a Tripoli e ho messo da parte i soldi che mi servivano per lasciare l’Africa”. P. invece ha dovuto andarsene quasi subito dalla Libia a causa della guerra: “Sono arrivato dopo aver attraversato il Niger, anch’io con la speranza di restare a lavorare un po’ lì ma era impossibile”. Così si è imbarcato per l’Italia con una nave: “In 24 ore sono arrivato a Palermo, le condizioni di quel viaggio erano terribili: non avevamo né cibo né acqua”. Anche I. racconta di quel viaggio in nave con lo stesso terrore e la stessa