Il lavoro di rete è il dato più caratteristico dell’impegno di gran parte del terzo settore che si occupa di rifugiati e richiedenti asilo in Piemonte. Il Coordinamento Nonsoloasilo, che è l’espressione di questo lavoro di rete, ha ora pubblicato una serie di riflessioni e proposte sulla situazione piemontese e torinese. Nello specifico di Torino il problema su cui da tempo il Coordinamento sta chiedendo alle istituzioni locali di intervenire è quello del riconoscimentodel certificato di residenza a tutti i richiedenti asilo presenti il città. Si tratta di una questione già affrontata e risolta in altri comuni italiani, ma che a Torino incontra ancora resistenze. Chi risiede in città, ma non ha un domicilio fisso, non può ottenere il certificato di residenza, un documento fondamentale sia per avere accesso ai servizi sanitari e socio-assistenziali, come per entrare nel mercato del lavoro o per poter godere pienamente di tutti i diritti di cui un rifugiato politico è titolare secondo la legge italiana e il diritto internazionale. Accanto a questo, Nonsoloasilo segnala la necessità di facilitare l’accesso alla Questura dei richiedenti asilo, con tempi più brevi, perché questo è il primo passo per iniziare tutto l’iter burocratico per la domanda d’asilo, come d’altra parte pare necessario ridurre i tempi con cui vengono comunicati gli esiti dell’audizione relativa alla concessione o no di una qualche forma di tutela internazionale, tempi che lasciano la persona in attesa in uno stato di incertezza, sospensione ed ansia. Anche il tempo che trascorre dalla presentazione della domanda