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 Three and an half – di Naghi Nemati – Drammatico – Iran 2011 – 80′

Three and a half

Hanieh, Homa e Banafsheh sono tre detenute in un carcere iraniano che, ottenuto un permesso di libera uscita, decidono di scappare dal Paese per ricominciare all’estero una nuova vita. La fuga deve essere organizzata illegalmente e le tre donne si devono accordare con un trafficante per riuscire a fuggire dal Paese. L’uomo le tradisce e tutti i piani cambiano, così come cambiano le prospettive di conoscenza fra le donne stesse che si trovano a vivere l’attesa estenuante di un futuro incerto diviso fra la prigionia, la malattia e la libertà.

Il regista è Naghi Nemati, iraniano, classe 1977, artista poliedrico approdato ai lungometraggi nel 2007 con Those three. Nemati con il film Three and a half ha voluto seguire il destino di tre ragazze iraniane che rischiano la propria esistenza per migliorare le loro condizioni di vita. Vi è un’attenta descrizione delle sofferenze e delle difficoltà che le tre protagoniste sono costrette ad affrontare e che subiscono in nome di sogni e speranze.

Il film ha una narrazione frammentata in cui vi è un andare avanti e indietro nel tempo che solo alla fine si risolverà in un quadro completo (anche se alcune cose si possono presagire prima della fine). Il sistema di flashforward appare come una nuova presa di posizione del regista nei confronti della classicità del cinema iraniano, così anche lo stile secco e crudo, senza concessioni a formalismi, che ritrae delle protagoniste non disposte ad assecondare la società che le circonda è un segnale di rottura nei confronti degli schemi imposti dalla cinematografia iraniana. Il tono è duro e disperato. Non c’è in realtà una via di fuga per le protagoniste nonostante tutto il film tenda verso speranze di libertà, vissute con coraggio, simboleggiate da una lunga scena su una spiaggia in cui un gruppo di donne gioca con degli aquiloni. La realtà domina su qualsiasi sogno di evasione e la morte è una presenza ingombrante in tutto il racconto.

In un difficile periodo storico per il cinema iraniano, con registi, sceneggiatori e attori che sempre più spesso corrono il rischio di ritrovarsi in tribunale (si veda il caso di Jafar Panahi e Muhammad Rasoulof: esempio più eclatante di una tragica prassi repressiva) solo per avere espresso le proprie opinioni all’interno di un film, «una scelta stilistica come quella compiuta da Naghi Nemati acquista un peso profondamente politico, e che non andrebbe assolutamente sottostimato».

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IL DIRITTO D’ASILO - REPORT 2020

“Alcune volte è una fuga, altre una scelta, sempre contiene una speranza e una promessa. La strada di chi lascia la sua terra”. Una graphic novel che racconta alle nuove generazioni le storie, le persone e le ragioni delle migrazioni.

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by Mauro Biani – Repubblica
maurobiani.it

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