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Tra due muri: i giorni della paura e delle violenze sulle Isole

L'”apertura  delle frontiere” proclamata dal presidente turco Erdogan a fine febbraio ha causato sulle Isole dell’Egeo (dove la vita nelle tendopoli era già disumana per l’affollamento e le condizioni igieniche) un improvviso aumento di arrivi di rifugiati e migranti a inizio marzo, ma anche il respingimento forzato di migliaia di persone. Mentre sulle Isole ronde di civili si sono scatenate in attacchi e violenze ai danni del personale e delle sedi delle ONG. La polizia, almeno a Lesbo, assiste inerte: “Il mantenimento dell’ordine e della legalità pare delegato ad estremisti di Alba Dorata…”. La testimonianza di un operatore norvegese dell’EASO.

 

Il campo d’accoglienza di Vathy, sull’isola di Samo (foto MSF).

 

di Pietro Derossi, marzo 2020, da Lesbo

La notizia dell’apertura delle frontiere da parte del presidente turco Erdogan è una vera spina nel fianco ai piani alti della Commissione e del Consiglio europei dove ultimamente, complice anche la diffusione del coronavirus, si respira un forte nervosismo. La decisione di Erdogan rappresenta il collasso di un sistema di de-responsabilizzazione costato circa sei miliardi di euro; e comporta il rischio che le porte dell’Unione vengano forzate non solo dal nuovo milione di sfollati, ma anche da molti profughi che già da tempo risiedono in Turchia.

Se le reti “non bastano”

Il New York Times pubblica un articolo in cui si racconta che migliaia di persone sono state accompagnate alla frontiera terrestre con viaggi in pullman pagati dalle autorità turche o pubblici[1].  I telegiornali in Grecia mostrano ogni giorno masse di profughi provenienti da Idlib, o già da tempo residenti in Turchia, accalcati alla frontiera Greca nella regione di Evros. Qui una lunga rete metallica segna l’inizio del territorio dell’Unione Europea. Ma poiché le reti non bastano a fermare il flusso, la Grecia alza barricate più resistenti.

Il Governo ellenico dichiara di aver dispiegato un’eccezionale quantità di polizia per difendere i confini del paese dall’ingresso illegale di migranti[2]. Su Twitter qualcuno posta un video che fa il giro dell’Europa e in cui la polizia greca lancia gas lacrimogeni per evitare che la massa di profughi riesca a sfondare il blocco[3]. Altre fonti riportano l’uso di proiettili di plastica[4]. I politici greci promettono a gran voce di estendere la rete metallica esistente da 12 a 50 chilometri[5].

Il 7 marzo, Erdogan pensa ai contro-rimedi per favorire la fuga dei profughi verso l’Unione, iniziando a lanciare gas lacrimogeni e bombe assordanti non contro i migranti, bensì contro la polizia greca schierata alla frontiera[6]. Si osservano attoniti le prime scintille di quella che pare una guerra tra Stati non per oro, non per argento, ma per profughi: un problema di cui tutti vorrebbero lavarsi le mani e, al contempo, una preziosa arma di ricatto usata dal presidente turco per soggiogare l’Unione ai propri desideri. 

Respinti a bastonate

Nel frattempo, l’arrivo di profughi si intensifica anche tramite lo stretto confine marino che separa le coste della Turchia da alcune isole egee orientali (Lesbo, Samo, Chio, Coo, Lero), dove circa 42.000 persone[7] sono già da tempo stipate nei campi, per lo più consistenti in tendopoli arrangiate con mezzi di fortuna. Questi accampamenti informali, sviluppatisi ben oltre i confini delle vere e proprie strutture di accoglienza, sono da qualche tempo soprannominati “Jungle” da chi ci vive, dai volontari e dagli operatori umanitari.

Per avere una rappresentazione delle condizioni di igiene di questi luoghi basti pensare che è disponibile non più di un bagno mobile da cantiere ogni cento persone, con accumuli di spazzatura visibili ai bordi delle strade[8].

In questo scenario si pensi che, solo tra il 1° marzo e la mattina del giorno seguente, il personale dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR) ha stimato all’incirca l’arrivo di ulteriori 1.200 persone[9]. Negli stessi giorni altre 9.877 persone sono state semplicemente respinte dalle motovedette della guardia costiera greca[10]. Circola un video che mostra la polizia greca sparare in aria e prendere a bastonate gente terrorizzata su un gommone in mezzo a mare, finché l’imbarcazione di fortuna non cambia direzione di marcia per tornare in Turchia[11].

Accolti con ostilità, annegati nell’indifferenza

Chi, nonostante i tentati respingimenti, con gommoni “usa e getta”[12] riesce ad approdare sulle coste delle isole greche orientali, non trova certo un clima accogliente. Una di queste imbarcazioni di fortuna il 1° marzo raggiunge le coste di Lesbo e si imbatte in una folla di gente che grida, insulta e intima di andarsene[13]. Un’altra barca si capovolge nei pressi dell’isola alla vista della guardia costiera e un bambino annega[14]. Ma questo si sa: è capitato tante volte…

Il Governo greco annuncia la “sospensione” della facoltà di presentare domanda di protezione internazionale per almeno un mese[15], come se l’applicazione della Convezione di Ginevra sullo Status dei Rifugiati fosse suscettibile di sospensione momentanea[16].

Viene a breve altresì annunciata l’apertura di nuovi campi chiusi sulla terra ferma[17] e il progetto di deportare i nuovi arrivati nei loro paesi di origine, senza che sia data alcuna facoltà di presentare domanda di protezione internazionale[18]. Questi ultimi, nel frattempo, vengono tenuti distanti dagli ordinari campi profughi dalla polizia e accampati in sede separata.

Fra ronde, attacchi e violenze

Diverse ONG impegnate nell’assistenza materiale o legale ai migranti subiscono attacchi violenti da parte di civili. Tra il 1° e il 3 marzo, ronde di persone controllano accesso e uscita del campo profughi di Lesbo. Interpreti o altri operatori che lavorano per il servizio d’asilo greco, nonché il personale di ONG, vengono bloccati all’accesso e possono solo fare marcia indietro[19].

Un collega norvegese di origini afghane il 2 marzo rimane bloccato tra il campo profughi di Lesbo e Mitiline (centro urbano maggiore dell’isola) dalle 18.30 alle 21.30 per via di gruppi di uomini che sbarrano la carreggiata. Dopo essersi qualificato come interprete dell’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo al fine di chiedere assistenza, la polizia lo deride e lo invita a procedere verso il centro urbano a suo rischio e pericolo.

Pochi minuti dopo, lo stesso collega vede la polizia rincorrere due richiedenti asilo intenti a lasciare il campo profughi e commette l’errore di filmare la scena. Questo gli costerà immediatamente dopo una perquisizione, quattro pugni al fianco e la rapina[20] da parte delle forze dell’ordine di una carta di credito e di più di 100 euro in contanti. Il protagonista di questa vicenda riuscirà a tornare a casa solo dopo le 21.30, dopo essere stato inseguito in auto da due motociclette guidate da uomini che, armati di mazze, gli colpiscano la carrozzeria dell’auto e lo insultano[21].

A fuoco le sedi di due ONG

Nei giorni successivi le violenze contro le ONG continuano. Sia a Lesbo che a Chio le strutture di due associazioni che fornivano rispettivamente attività educative e ricreative ai richiedenti asilo e beni di prima necessità vengono date alle fiamme[22]. Il 10 marzo, gruppi di uomini con il volto coperto hanno sfasciato un’auto guidata da personale delle ONG, terrorizzato, mentre i finestrini si infrangevano e la carrozzeria veniva presa a calci[23].

Tutte le ONG che ho provato a contattare nei primi giorni di marzo rimangono chiuse per paura di attacchi o per l’impossibilità di accedere ai campi. La polizia greca? Se presente sul luogo assiste inerte. Il mantenimento dell’ordine e della legalità pare delegato ad estremisti di Alba Dorata, partito di estrema destra in Grecia.

Ma come si è giunti a dubitare che su queste isole viga ancora lo stato di diritto? Qui sarà necessario fare un passo indietro.

(segue nella prossima corrispondenza)

 

[1] New York Times, Erdogan Says we opened the borders and clashes erupted as migrants heads for Europe, 01.032020, https://www.nytimes.com/2020/02/29/world/europe/turkey-migrants-eu.html

[2] UNHCR, The Refugee Brief: What do you need to know, 5 marzo 2020, https://www.unhcr.org/refugeebrief/the-refugee-brief-5-march-2020/

[3]https://twitter.com/g_christides/status/1233646049450917888?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1233646049450917888&ref_url=https%3A%2F%2Fwww.efsyn.gr%2Fpolitiki%2Fkybernisi%2F233263_ebros-proti-efarmogi-toy-dogmatos-apotropis

[4] UNHCR, The Refugee Brief: What do you need to know, 3 marzo 2020, https://www.unhcr.org/refugeebrief/the-refugee-brief-3-march-2020/

[5] Efsyn, Evros: Massive dumping of chemicals to the Greek forces, 7 marzo 2020, https://www.efsyn.gr/ellada/koinonia/234144_ebros-maziki-ripsi-himikon-pros-tis-ellinikes-dynameis

[6] Kahtimerini, Turkish special forces officers fired over Greek military vehicle at border, Kathimerini learns, 11.03.2020,  http://www.ekathimerini.com/250489/article/ekathimerini/news/turkish-special-forces-officers-fired-over-greek-military-vehicle-at-border-kathimerini-learns; Kahtimerini, Greek border guards on standby for possible mass push by migrants assisted by Turkey, 11.03.2020, http://www.ekathimerini.com/250480/article/ekathimerini/news/greek-border-guards-on-standby-for-possible-mass-push-by-migrants-assisted-by-turkey

[7] UNHCR,  Aegean Islands Weekly Snapshot, 24.02.2020 – 01.03.2020, https://data2.unhcr.org/en/documents/download/74359

[8] New York Times, Greek Refugee Camps Are Near Catastrophe, Rights Chief Warns, 31.10.2019, https://www.nytimes.com/2019/10/31/world/europe/migrants-greece-aegean-islands.html

[9]  UNHCR, Dichiarazione UNHCR in merito alla situazione al confine Turchia-UE, 2 marzo 2020, https://www.unhcr.it/news/dichiarazione-unhcr-in-merito-alla-situazione-al-confine-turchia-ue.html

[10] Annalisa Camilli, A Lesbo Finisce L’Europa, «Internazionale», 3 marzo 2020, https://www.internazionale.it/reportage/annalisa-camilli/2020/03/03/lesbo-naufragio-migranti-turchia

[11] Il Fatto Quotidiano, Grecia, Guardia costiera respinge gommone di migranti con bastoni e colpi di avvertimento: il video diffuso dalle autorità turche, 02.03.2020, https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/02/grecia-guardia-costiera-respinge-gommone-di-migrante-con-bastoni-e-colpi-di-avvertimento-il-video-diffuso-dalle-autorita-turche/5722834/

[12] L’espressione si riferisce al fatto che, una volta usato, il gommone viene sempre sequestrato dalla guardia costiera greca. Questo spiega perché si tratta di imbarcazioni estremamente semplici e poco costose, che spesso affondano o si ribaltano per via del mare mosso e dell’inesperienza di chi le guida, che è sempre una persona scelta tra i profughi stessi. I trafficanti, infatti, non accompagnano mai i passeggeri dell’imbarcazione, per evitare il rischio di essere arrestati dalla guardia costiera turca o greca.

[13] Il Fatto Quotidiano, Lesbo, un gruppo di abitanti dell’isola respinge un gommone di migranti dalla banchina: il silenzio dei bambini a bordo. Le immagini, 01.03.2020, https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/01/lesbo-un-gruppo-di-abitanti-dellisola-respinge-un-gommone-di-migranti-dalla-banchina-il-silenzio-dei-bambini-a-bordo-le-immagini/5721856/

[14] Khatimerini, Child dies as migrant boat capsizes off Lesvos, 02.03.2020, http://www.ekathimerini.com/250107/article/ekathimerini/news/child-dies-as-migrant-boat-capsizes-off-lesvos; Khatimerini, Footage shows Turksih boat escortin migrant dinghy, 02.03.2020, http://www.ekathimerini.com/250112/article/ekathimerini/news/footage-shows-turkish-boat-escorting-migrant-dinghy

[15] Khatimerini, UN says Greece has no right to stop accepting asylum requests, 02.03.2020,

[16] Open, Grecia, a Lesbo «è scempio del diritto internazionale»: la denuncia delle organizzazioni umanitarie, 03.03.2020, https://www.open.online/2020/03/03/grecia-a-lesbo-e-scempio-del-diritto-internazionale-la-denuncia-delle-organizzazioni-umanitarie-il-video/

[17] Euronews, Greece to replace overcrowded refugee camps with closed detention centres, 20.11.2029, https://www.euronews.com/2019/11/20/greece-to-replace-overcrowded-refugee-camps-with-closed-detention-centres,

[18] Khatimerini, Greece plans to deport migrants who arrived after March 1, 05.03.2020, http://www.ekathimerini.com/250134/article/ekathimerini/news/un-says-greece-has-no-right-to-stop-accepting-asylum-requests http://www.ekathimerini.com/250252/article/ekathimerini/news/greece-plans-to-deport-migrants-who-arrived-after-march-1

[19] Il fatto Quotidiano, Migranti, la guerra di Lesbo: nell’isola greca che accolse i profughi l’estrema destra sfrutta il malcontento e dà la caccia agli stranieri, 09.03.2020, https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/09/migranti-la-guerra-di-lesbo-nellisola-greca-che-accolse-i-profughi-lestrema-destra-sfrutta-il-malcontento-e-da-la-caccia-agli-stranieri/5729265/

[20] Il protagonista della vicenda, per la precisione, non è sicuro se la polizia ha trattenuto denaro e carta di credito per dimenticanza o volontariamente.

[21] Testimonianza di Emran Kakar, interprete della lingua afgana per l’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo in Lesbo nel mese di febbraio 2019, attualmente iscritto al Vienna Master of Arts in Human Rights, telefonata del 13.03.2020.

[22] Khatimerini, Lesvos migrants facility targted by asonist, 02.03.2020, http://www.ekathimerini.com/250103/article/ekathimerini/news/lesvos-migrant-facility-targeted-by-arsonists; Open, Grecia, rifugiati nel mirino dell’estrema destra: a Chios bruciato un deposito di scorte in un campo di accoglienza, 04.02.2020, https://www.open.online/2020/03/04/grecia-rifugiati-nel-mirino-dellestrema-destra-bruciato-un-deposito-di-scorte-in-un-campo-di-accoglienza/

[23] Lesvosnews, Video: 20 people in Mytiline hit a car with NGO members, 10.03.2020, https://www.lesvosnews.net/articles/news-categories/astynomiko-reportaz/binteo-20-atoma-sti-mytilini-na-htypoyn-ena-amaxi-me

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Osservatorio Isole è uno spazio di testimonianza in prima persona e di analisi sullo stato di malattia del diritto alla protezione internazionale in Europa, e prende le mosse dall’ultima offensiva militare del regime siriano nella provincia di Idlib e dalla conseguente decisione del presidente turco Erdogan di aprire ai profughi i propri confini verso l’Unione europea, alla fine di febbraio 2020.

Gli articoli e le notizie principali sono a cura di Pietro Derossi (pietro_derossi91@outlook.com), laureato in Giurisprudenza all’Università di Torino e abilitato alla professione forense. Derossi vive in Grecia dal giugno 2019, dove ha lavorato con diverse ONG impegnate sul campo nell’assistenza legale dei richiedenti asilo nonché per l’Ufficio Europeo di Sostegno per l’Asilo (EASO). Ha visitato i campi profughi di Samo, Chio e Lesbo, e attualmente risiede a Lesbo. Intende rivolgersi «soprattutto a chi, pur non lavorando nel settore, è cittadino accorto e impegnato a informarsi: costui contribuisce a mantenere intatto il sogno della democrazia».

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