Un paio di giorni fa sono stati assegnati i prestigiosi riconoscimenti del World Press Photo 2015. Il concorso, nato nel 1955, è strutturato in diverse categorie e presenta agli occhi del pubblico uno spaccato di contemporaneità. Quest’anno la foto vincitrice del contest racconta la crisi dei rifugiati che attraversano i Balcani per entrare in Europa.
Lo scatto è di Warren Richardson, un fotografo australiano freelance che ha immortalato un momento drammatico e al tempo stesso carico di speranza e di futuro. Si tratta infatti di un uomo che passa un bambino a un’altra persona per oltrepassare una recinzione di filo spinato posta sul confine serbo-ungherese.
La foto è stata scattata nell’agosto 2015, cioè in uno dei momenti di maggior afflusso e passaggio di richiedenti asilo dai Balcani verso l’Ungheria. In tale periodo era infatti cominciata una “corsa” da parte dei profughi poiché l’esercito ungherese stava completando la costruzione di un muro per impedire l’accesso nel Paese.
Richardson ha raccontato al World Press Photo che ha passato cinque giorni sul confine serbo-ungherese, trascorrendo, con le centinaia di persone in fuga, ore e ore a cercare di non farsi prendere dalla polizia che sorvegliava il confine. Proprio per non attirare le forze dell’ordine non ha potuto usare il flash e ha dovuto ricorrere alla sola luce lunare; a questo motivo si deve l’effetto sfuocato dell’immagine.
Uno dei giurati spiega così le motivazioni che hanno portato a scegliere lo scatto di Richardson come il più rappresentativo del contest: “Early on we looked at this photo and we knew it was an important one. It had such power because of its simplicity, especially the symbolism of the barbed wire. We thought it had almost everything in there to give a strong visual of what’s happening with the refugees. I think it’s a very classical photo, and at the same time it’s timeless. It portrays a situation, but the way it’s done is classic in the greatest sense of the word.”
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https://viedifuga.org/balcani-e-mediterraneo-il-dossier-caritas/
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