Il nuovo rapporto annuale della rete Migreurop esplora due volti poco noti del subappalto dei controlli migratori alle porte dell’Unione europea: i centri di “accoglienza” e detenzione in Turchia, al confine con l’Iran, e il trattamento riservato ai passeggeri clandestini sulle navi.
E’ stato presentato nei giorni scorsi, a Parigi, il 3° rapporto annuale della rete europea Migreurop, dal titolo Aux bords de l’Europe: l’externalisation des contrôles migratoires. Il rapporto è dedicato allo studio di due volti poco noti del subappalto dei controlli migratori alle porte dell’Unione europea.
Il primo si rivela alla frontiera orientale della Turchia con l’Iran dove, a seguito delle pressioni dell’Ue, il governo di Ankara costruisce centri di “accoglienza” e di detenzione per migranti che, malgrado il pretesto di migliorare le condizioni di vita degli esiliati, “assomigliano in tutto e per tutto luoghi di emarginzaione e privazione della libertà”.
La seconda parte del rapporto, invece, denuncia il trattamento riservato ai “passeggeri clandestini” a bordo di imbarcazioni della marina mercantile e nei porti europei: “Dalla prevenzione alla cattura, dalla detenzione fino al rinvio in patria, il regime applicato a queste persone è caratterizzato da un accresciuto – e inaccettabile – trasferimento della responsabilità dagli Stati a società private”.
La rete Migreurop ha sede a Parigi ed è costituita da 39 associazioni di 13 Paesi (per l’Italia l’Asgi, Melting Pot e l’Arci) e da adesioni individuali.
In questi giorni Migreurop ha anche diffuso on line l’edizione integrale del suo 2° rapporto annuale (2009-2010) dal titolo Aux frontières de l’Europe. Contrôles, enfermements, expulsions.
Collegamenti:
Aux bords de l’Europe : l’externalisation des contrôles migratoires (presentazione, file .pdf)
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