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381 mila i richiedenti asilo in UE nel 2020: meno 31% rispetto al 2019, “anche perché mancano canali di ingresso legali”

Lo riconosce l’EASO presentando i primi dati gennaio-ottobre sui richiedenti asilo e gli esiti in prima istanza nell’UE “allargata”. Ma intanto, fra i richiedenti asilo, ottobre ha visto in crescita per il secondo mese consecutivo i minori non accompagnati, quasi 2.000: per la metà sono afghani.

Negli istogrammi, l’andamento mensile delle richieste d’asilo, delle decisioni in prima istanza e dei casi pendenti nell’UE “allargata”; nel planisfero, i Paesi di fuga per tassi di riconoscimento e casi pendenti (ottobre 2018-ottobre 2020, fonte EASO).

 

Crescono in Europa le richieste di protezione di minori stranieri non accompagnati (MSNA): nel solo mese di ottobre, secondo l’EASO le domande che riguardano questi ragazzi e bambini nel territorio dell'”UE+” o “allargata” (i 27 Paesi membri più Svizzera e Norvegia) sono state quasi 2.000, un dato in crescita per il secondo mese consecutivo e il più elevato di tutto il 2020.

Nell’ultimo mese i MSNA hanno totalizzato il 5% di tutti i richiedenti asilo nell’UE+. Per la metà sono afghani: questi ultimi hanno toccato nel mese il numero più alto registrato in almeno due anni (oggi è un MSNA quasi un richiedente afghano su cinque); sia pure su scala minore, la tendenza è simile tra i bambini e ragazzi soli siriani

Sono MSNA 15 richiedenti asilo egiziani su cento e 10 marocchini su cento. 

“Se diminuiscono le chance di ingresso legale…”

Cliccare per ingrandire: i dati chiave del sistema d’asilo dell’UE+ nel mese di ottobre (fonte EASO).

Nel complesso, sono 43.200 i richiedenti asilo registrati nell’UE allargata a ottobre, ancora a un livello notevolmente inferiore rispetto ai 66 mila circa di gennaio e i 61 mila di febbraio, gli ultimi mesi “pre-COVID”. Da gennaio, il dato totale è pari a 381 mila richiedenti, il 31% in meno rispetto allo stesso periodo del 2019.

Le principali cittadinanze di provenienza registrate nel mese sono quella siriana, afghana, pakistana e colombiana.

L’EASO afferma che «le autorità nazionali per l’asilo hanno adattato le loro modalità operative e compiuto uno sforzo per far sì che le procedure di richiesta di protezione possano svolgersi nel modo più regolare possibile» anche nella “fase 2” della pandemia di COVID-19.

Ma riconosce che «la diminuzione degli attraversamenti illegali dalle  frontiere esterne e la diminuzione delle opportunità di ingresso legale nell’UE+ continuano a ostacolare la presentazione delle richieste d’asilo». Da gennaio a ottobre, gli attraversamenti “illegali” registrati alle frontiere esterne dell’UE sono stati circa 87.500 (dato Frontex), un quinto in meno rispetto ai primi 10 mesi del ’19.

Sempre a ottobre, le autorità nazionali dell’Unione allargata hanno esaminato in prima istanza un totale di 41.300 richiedenti protezione, riconoscendo lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria nel 33% dei casi (cinque punti percentuali in più rispetto a settembre).

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