* di Adele Manassero
Mai come in questi giorni ci appare più necessario e urgente riproporre e sostenere una petizione lanciata alcuni mesi fa da Alessandra Ballerini, Leonardo Cavaliere, Carmelo Gatani e Paola La Rosa. La petizione, lanciata sul sito Change.org, è diretta a Papa Francesco e riguarda tutti noi.
“Di fronte all’immobilismo dei governi dell’Unione Europea, il Pontefice potrebbe sostenere un’alternativa umana alla mafia dei trafficanti ponendosi al centro dell’azione diplomatica.”
L’idea è quella di istituire un corridoio umanitario, seguendo le norme vigenti. Al Papa viene chiesta un’azione simbolica che coinvolge le Nunziature Apostoliche, cioè le sedi diplomatiche dello Stato del Vaticano presenti nei vari Paesi del mondo, ovvero che rilascino un numero limitato di visti d’ingresso per la Santa Sede permettendo a famiglie, donne e bambini (in particolare con le categorie vulnerabili) in fuga da persecuzioni e guerre di raggiungere un luogo sicuro attraverso canali legali (via aereo, terra o nave). Una volta giunte fisicamente al Vaticano, queste persone avrebbero la possibilità di recarsi in una delle 178 ambasciate di altri Stati del mondo e fare richiesta di asilo siccome la Santa Sede è sì firmataria della Convenzione di Ginevra del 1951, ma non del Trattato di Dublino.
Oltre ad offrire una via sicura e legale alla fuga, questa soluzione consentirebbe anche la scelta del Paese in cui ricostruirsi un futuro e costituirebbe un forte messaggio del Papa agli altri Stati europei: costruire corridoi umanitari si può e si deve fare.
Per leggere e firmare la petizione:
https://www.change.org/p/il-papa-fermi-le-stragi-in-mare-e-apra-dei-canali-umanitari
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