Cronache di Mediterraneo nei giorni delle due ordinanze del ministero dell’Interno sulla Libia “porto sicuro” e per l’inedito bando “ad personas” della nave Alan Kurdi di Sea Eye: escalation di guerra civile in Libia, un barcone disperso con 50 persone a bordo, meno migranti a tentare traversate, meno morti in cifra assoluta. Ma anche un pauroso aumento dell’incidenza di vittime in mare rispetto ai tentativi di traversata. *** Aggiornamento 13 aprile: i migranti della Alan Kurdi sono potuti sbarcare a Malta.
Con un’inedita direttiva ad hoc indirizzata ai vertici delle forze di polizia, delle Capitanerie di porto e della Marina militare, il ministero dell’Interno ha stabilito in questi giorni che il passaggio in acque di competenza italiana della nave Alan Kurdi (la nave dell’ONG Sea Eye che nei giorni scorsi ha soccorso e preso a bordo 64 migranti fra cui 50 donne 12 minorenni) deve essere considerato «non inoffensivo» perché, in sostanza, di «pregiudizio al buon ordine e alla sicurezza» del nostro Paese, e quindi deve essere impedito.
Questa direttiva è seguita, sempre da parte del Viminale, a quella del 18 marzo, che ha promosso ufficialmente i porti della Libia a “porti sicuri” per lo sbarco dei migranti soccorsi in mare: alla pari di quelli tunisini e maltesi, afferma questo secondo documento, sarebbero in grado di «offrire adeguata assistenza logistica e sanitaria».
Ma a dispetto di diktat e ordinanze, la Libia dei porti “adeguati” si avvita nel caos di una guerra civile senza fine dopo l’offensiva lanciata dal generale Khalifa Haftar contro Tripoli, sede del presidente Fayez al-Sarraj. A soffrirne di più naturalmente, ancora una volta, i civili libici e i migranti detenuti e umiliati arbitrariamente nei centri di detenzione.
In questi stessi giorni, non lontano dalla costa libica risulta dispersa un’imbarcazione con 50 migranti a bordo, fra cui donne e bambini, che all’inizio di questo mese aveva contattato il “call center informale” di Alarm Phone.
Il 2019 continua a vedere in diminuzione i tentativi di traversata di migranti verso la sponda europea del Mediterraneo centrale di cui si ha notizia: poco più di 1.800 persone da gennaio all’inizio di aprile contro le 16 mila nello stesso periodo del 2018 (tentativi riusciti o intercettati prima dello sbarco, anche dalle motovedette libiche o tunisine).
In calo, per numero assoluto, anche le vittime stimate dall’OIM: 206 quest’anno contro le 359 dello stesso periodo dell’anno scorso. Ma il rapporto fra vittime e tentativi di traversata quest’anno è quintuplicato, dal 2% circa all’11%: oggi, una vita perduta ogni 10 arrivati in Europa (o “salvati” per essere riportati in Libia).
*** Aggiornamento – Il 13 aprile i migranti della Alan Kurdi sono potuti sbarcare a Malta: saranno “ricollocati” fra Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo.***
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