Sono 131.000 i nostri connazionali espatriati nel 2019, quasi 2.400 in più rispetto all’anno precedente. L’edizione speciale “15 anni” del Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes viene presentata in queste ore a Roma in diretta streaming. Per la prima volta la pubblicazione si misura con il dettaglio territoriale provinciale.
«Stiamo assistendo in questi ultimi vent’anni circa a un passaggio epocale: la mobilità umana è divenuta a livello globale “segno dei tempi”, apertura a un mondo che non conosce confini se non quelli costruiti artificiosamente, ma che vengono superati continuamente dall’innata curiosità dell’uomo di conoscere, ma anche dall’istinto di sopravvivenza e dalla ricerca di una esistenza felice. In questo quadro di complessità di una umanità in movimento anche l’Italia ha fatto la sua parte sia nel ricevere migranti di altri paesi sia nell’essere, essa stessa, nuovamente protagonista di partenze e, raramente, di ritorni».
L’edizione speciale 2020 del RIM. Rapporto italiani nel mondo della Fondazione Migrantes (a cura di Delfina Licata, Tau Editrice) viene presentata oggi a Roma in diretta streaming sul canale
Youtube (youtube.com/channel/UC7JuChYmxhljc49dE3JG6Zw) e sul profilo Facebook (facebook.com/conferenzaepiscopaleitaliana) della CEI: oltre alla curatrice partecipano il card. Gualtiero Bassetti, presidente CEI, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il presidente dell’INPS Pasquale Tridico, il presidente della Fondazione Migrantes mons. Guerino Di Tora e Vincenzo Morgante di Tv 2000.
Una sintesi della pubblicazione è disponibile in allegato a questa news.
Una diaspora giovane e anziana
Se nel 2006 gli italiani regolarmente iscritti all’Anagrafe degli Italiani residenti all’estero (AIRE) erano 3.106.251, nel 2020 hanno quasi raggiunto i cinque milioni e mezzo: in 15 anni la mobilità italiana è aumentata del +76,6%. Una crescita ininterrotta che ha visto sempre più assottigliarsi la differenza di genere.
Si tratta di una collettività che nel complesso, rispetto al 2006, si sta ringiovanendo a seguito delle nascite all’estero (+150%) e della nuova mobilità costituita sia da nuclei familiari con minori al seguito (+84% nella classe di età 0-18 anni), sia da protagonisti giovani e giovani-adulti immediatamente e pienamente da inserire nel mercato del lavoro (+78% di aumento rispetto al 2006 nella classe 19-40 anni).
D’altra parte, però, la comunità “storica” costituita da prime e seconde generazioni invecchia sempre di più. E qui occorre segnalare alcuni recenti fenomeni: quello del “migrante previdenziale” in primis che ha avuto il suo culmine nel 2018 e, in parte, anche quelli del “migrante genitore-nonno ricongiunto” e del “migrante di rimbalzo”, che portano oggi a registrare un aumento degli iscritti all’AIRE con età superiore ai 65 anni pari al +85,4% negli ultimi 15 anni.
Nel solo 2019 sono stati 130.936 i connazionali espatriati secondo i dati dell’AIRE (l’Anagrafe degli italiani residenti all’stero): quasi 2.400 in più rispetto all’anno precedente.
«L’ultimo anno rispecchia la tendenza complessiva: l’Italia sta continuando a perdere le sue forze più giovani e vitali, capacità e competenze che vengono messe a disposizione di paesi altri che non solo le valorizzano appena le intercettano, ma ne usufruiscono negli anni migliori, quando cioè creatività e voglia di emergere sono ai livelli più alti per freschezza, genuinità e spirito di competizione».
Emigrazione laureata o diplomata?
Dal 2006 al 2018 si è registrata una crescita in formazione e scolarizzazione della popolazione emigrata: nel 2018, infatti, il 29% circa è laureato o dottorato e il 30% è diplomato mentre il 42% è ancora in possesso di un titolo di studio basso o non ha titolo.
Se, però, rispetto al 2006 la percentuale di chi si è spostato all’estero con titolo alto (laurea o dottorato) è cresciuta del +193%, per chi lo ha fatto con in tasca un diploma l’aumento è stato di ben 100 punti in più (+293%).
«Questo elemento – avverte la redazione del RIM – svela un costante errore nella narrazione della mobilità recente raccontata all’opinione pubblica come quasi esclusivamente composta da altamente qualificati occupati in nicchie di lavoro prestigiose e specialistiche quando, invece, a crescere sempre più è la componente “dei diplomati” alla ricerca all’estero di lavori generici».
Lo speciale “Province d’Italia”
L’edizione 2020 del Rapporto italiani nel mondo non si addentra nel fenomeno della pandemia di COVID-19, «considerando che siamo ancora pienamente coinvolti da un evento storico con cui stiamo convivendo e che non siamo ancora in grado di raccontare in modo obiettivo e distaccato».
Ma per il suo quindicesimo “compleanno”, per la prima volta la pubblicazione raccoglie 40 saggi su altrettanti contesti provinciali italiani: Aosta, Avellino, Belluno, Bergamo, Bolzano, Campobasso, Catania, Chieti, Como, Cosenza, Crotone, Cuneo, Foggia, Frosinone, Genova, Latina, Lecce, Livorno, Lucca, Macerata, Massa Carrara, Messina, Modena, Napoli, Oristano, Pordenone, Potenza, Ragusa, Reggio Calabria, Salerno, Savona, Sondrio, Sulcis-Iglesiente, Teramo, Terni, Trento, Udine, Verbano Cusio Ossola, Verona e Vicenza.
Per ordinazioni e presentazioni del rapporto:
Fondazione Migrantes – via Aurelia, 796 – 00165 Roma – tel. 06.6617901 – rapportoitalianinelmondo@migrantes.it – redazione@rapportoitalianinelmondo.it
TAU Editrice – Z.I. Pian di Porto – via Umbria 148/7 – 06059 Todi (PG) – tel. 075.8980433 – fax 075.8987110 – www.editricetau.com – info@editricetau.com
Allegati
La sintesi della XV edizione del RIM (file .pdf 4 mbyte)
Il programma della presentazione di oggi (file .pdf)
Gli allegati statistici del RIM (file .pdf 5 mbyte)
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