“Azioni immediate” e, nel futuro, “quattro pilastri per gestire meglio” il fenomeno: la Commissione Ue ha presentato ieri a Bruxelles l’attesa Agenda europea sulla migrazione, diciannove mesi dopo il disastro di Lampedusa del 3 ottobre 2013 e quasi un mese dopo quello della notte fra il 18 e il 19 aprile. Una prima guida per orientarsi in questo complesso documento, anche con l’aiuto di alcune opinioni.
L’Agenda in sintesi
Delle’“azioni immediate” inserite nell’Agenda europea sulla migrazione fanno parte il triplicamento (fino a 89 milioni di euro) delle capacità e dei mezzi delle operazioni congiunte di Frontex “Triton” e “Poseidon”; l’attivazione (la proposta di attivazione) del sistema di emergenza previsto dall’art. 78, par. 3 del Trattato di funzionamento dell’Ue per aiutare gli Stati membri che affrontano un afflusso improvviso di migranti (con la proposta, entro questo mese di maggio, di un meccanismo temporaneo di «distribuzione» nell’Ue delle persone con bisogno di protezione internazionale e, entro la fine del 2015, di un sistema permanente di ricollocazione in situazioni d’emergenza); la proposta, sempre entro maggio, di un programma di reinsediamento nei Paesi Ue per 20 mila rifugiati; e la preparazione di un’«eventuale» operazione di politica di sicurezza e di difesa comune (Psdc) nel Mediterraneo per smantellare le reti di trafficanti e contrastare il traffico di migranti.
Questi invece i “quattro pilastri”: «ridurre gli incentivi alla migrazione irregolare», «gestire le frontiere: salvare vite umane e rendere sicure le frontiere esterne», «onorare il dovere morale di proteggere: una politica comune europea di asilo forte» e «una nuova politica di migrazione legale».
Per orientarsi direttamente nei materiali della Commissione Ue e per il comunicato di sintesi cliccare qui.
Il documento integrale dell’Agenda: la Comunicazione COM(2015) 240 final (in inglese, file .pdf).
L’allegato alla Comunicazione con i criteri e i coefficienti per la “ricollocazione” e il “reinsediamento” (in inglese, file .pdf).
I commenti: breviario minimo
Dimitris Avramopoulos (commissario Migrazione e interni dell’Ue) – «L’Europa non può restare con le mani in mano. L’agenda europea sulla migrazione è la risposta concreta alla necessità immediata di salvare vite umane e assistere i paesi in prima linea con azioni coraggiose». Per approfondire
L’Unhcr – «Un grande passo in avanti in termini di gestione dei flussi di rifugiati e migranti. La solidarietà nell’approccio tra Stati Membri dell’Unione Europea è l’unica maniera in cui può essere affrontato un problema di questa natura». Per approfondire
Il Cir (Consiglio italiano per i rifugiati) – «Con questa Agenda l’Unione Europea dimostra l’inizio di un’assunzione di responsabilità per l’insostenibile situazione nel Mediterraneo». Per approfondire
La Fondazione Migrantes – «L’Agenda vede significativi passi avanti, anche se ancora incerti, nel governo delle migrazioni… Completamente assente l’attenzione ai nuovi profughi e richiedenti una protezione internazionale in ragione delle persecuzioni religiose e per i disastri ambientali, oggi fortemente penalizzati nelle Commissioni». Per approfondire
Il Centro Astalli – «L’annunciata e pure auspicabile operazione di contrasto al traffico di esseri umani, se non accompagnata dalla contestuale attivazione di canali umanitari sicuri, costringerebbe i migranti a rimanere bloccati nei paesi di transito. Si tratterebbe di una sorta di respingimento di fatto». Per approfondire
Gianfranco Schiavone (Asgi) – «Agenda Ue positiva ma poco coraggiosa, hotspot inquietanti». Per approfondire» (su Redattore sociale)
Angelino Alfano (ministro dell’Interno) – «Un segnale di solidarietà concreta nei confronti dell’Italia». Per approfondire
Matteo Salvini (segretario federale Lega Nord) – «Da domani altri sbarchi, altri clandestini da mantenere in albergo». Per “approfondire” (sì, insomma…)
Rumors di cancelleria – Il programma di reinsediamento proposto dall’Agenda avrebbe «il consenso di una maggioranza qualificata di governi nazionali», ma «non si applicherebbe a Regno Unito, Irlanda e Danimarca a meno che “decidano di aderirvi”». Quanto alla proposta di ricollocazione per quote, «riscuote il consenso di Francia, Germania e Italia, ma registra una considerevole opposizione da parte di altri Stati membri». Per approfondire (su Bbc News)
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