A maggio i richiedenti fuggiti dall’Eritrea, quasi raddoppiati rispetto ad aprile, hanno superato per la prima volta la provenienza dai sei Paesi dell’area del Balcani occidentali. Ma intanto peggiora la situazione in Ucraina: dall’inizio dell’anno sono 54.000 gli sfollati interni e 14.000 i richiedenti asilo all’estero.
I richiedenti asilo nei confini dell'”Ue+” nello scorso mese di maggio sono cresciuti almeno del 10% rispetto ad aprile: secondo dati provvisori dell’Easo hanno chiesto protezione nei 28 Paesi dell’Unione più la Norvegia e la Svizzera (la cosiddetta “Ue allargata”) circa 44.000 persone, contro le 40.000 registrate ad aprile.
Per la prima volta i richiedenti fuggiti dall’Eritrea (quasi raddoppiati in maggio rispetto ad aprile, + 80%) hanno superato la provenienza dai sei Paesi del Balcani occidentali.
I richiedenti siriani (+ 23% rispetto ad aprile) continuano a rappresentare una delle nazionalità più presenti in 16 Paesi d’asilo.
Ucraina: sempre peggio
Sono aumentati del 25% anche i richiedenti ucraini. In Ucraina, un rapporto di aggiornamento dell’Unhcr pubblicato in questi giorni calcola oggi 54.400 sfollati interni, di cui 12.200 dalla Crimea e i restanti 42.200 dall’Est del Paese.
Mentre dall’inizio dell’anno sono 14.000 gli ucraini (o i residenti in Ucraina) che hanno chiesto protezione all’estero, in fuga da un Paese nel quale la situazione continua a peggiorare dopo il “referendum” tenuto in Crimea a marzo e dopo l’escalation di violenze nelle regioni di Donetsk e Luhansk seguita a un secondo “referendum” per l'”autodeterminazione”, tenutosi nella prima metà di maggio.
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